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PADOVA - Una notizia e uno sfogo. La novità di giornata arriva dall'aeroporto Allegri: sarà la onlus "Percorso vita" di Luca Favarin a gestire la palazzina che ospiterà fino a 25 migranti minorenni attesi a Padova nei prossimi giorni. Lo sfogo è sempre dello stesso Favarin, ex prete che dopo aver chiuso con la Diocesi ora si dedica interamente all'accoglienza di richiedenti asilo e altre persone in difficoltà: «Io ho risposto presente e ho aperto le porte ma molti altri le chiudono. C'è una solidarietà a intermittenza ed è davvero un peccato. In tutta la provincia è pieno di immobili vuoti che enti politici e religiosi potrebbero mettere a disposizione».
La situazione
Partiamo dal quadro attuale della situazione. All'Allegri sono ospitati circa trenta migranti provenienti dall'Africa e sbarcati sulle coste delle Sicilia. Sono quasi tutti uomini tra i 20 e i 30 anni. Viene utilizzata una palazzina lasciata in disuso dall'Aeronautica e allestita per questa emergenza dalla Croce Rossa. L'altro centro d'accoglienza attualmente attivo è quello alla palestra di Feriole di Selvazzano dove ci sono 40 posti.
Gli sbarchi continuano e nelle prossime settimane sono attesi altri arrivi con numeri importanti. Questa ondata migratoria si contraddistingue anche per un'alta percentuale di ragazzini non accompagnati e per questo la prefettura di Padova ha deciso di allestire una seconda palazzina dedicata interamente ai minori. Non si sa ancora quando arriveranno a Marghera per poi essere trasferiti a Padova, ma pare questioni di giorni.
L'organizzazione
I ragazzini che arrivano hanno prevalentemente tra i 14 e i 17 anni. La cooperativa "Percorso vita" che conta già una lunga esperienza in questo campo metterà al lavoro una decina di persona tra psicologi, educatori e mediatori culturali. Nelle prossime ore inizieranno anche i lavori per tinteggiare le pareti e rendere la struttura il più accogliente possibile. Una volta che i minori saranno arrivati spetterà alla Croce Rossa effettuare le visite mediche.
«Noi abbiamo risposto presente ma questa è una brutta pagina per l'accoglienza padovana. Se nemmeno davanti ai ragazzini vengono aperte tutte le porte, questo quando accadrà?» si chiede Favarin. «Eravamo stati tutti molto attenti e disponibili con i ragazzi ucraini, ma quella porta di sensibilità che si era aperta poi si è chiusa subito. Io non ci sto davanti a questa solidarietà a intermittenza». Lo sfogo prosegue: «Non ce la facciamo con gli adulti? Facciamolo almeno con i minori. Cosa sono questi? Scafisti? Stupratori? Delinquenti? Che paura abbiamo? Parliamo di ragazzini che prima hanno viaggiato in condizioni disumane e poi si sono trovati ammassati in un hub a Lampedusa. Non è possibile questo atteggiamento. Noi all'appello della prefettura abbiamo risposto presente e faremo del nostro meglio, ma da soli non bastiamo». Quindi chi potrebbe dare una mano? «Tutti - risponde Favarin -. Privati cittadini, istituzioni politiche e istituzioni religiose. Nel mondo civile e in quello religioso quanti immobili ci saranno chiusi o mezzi chiusi? Una parte poteva essere messa a disposizione per questa emergenza». Sfogo finito, Favarin si rimbocca le maniche e torna al lavoro. C'è una palazzina da allestire e ci sono tanti altri ragazzini da assistere.
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