La Regione frena sugli hotspot, troppe polemiche e animi surriscaldati in maggioranza. Torna tutto in discussione

Se ne riparla a settembre con il placet del Ministero dell’Interno. Prima servirà individuare insieme un sito. Jalmicco perde quota

La Regione frena sugli hotspot, troppe polemiche e animi surriscaldati in maggioranza. Torna tutto in discussione
Troppa confusione, troppe polemiche e soprattutto l’alto rischio che la questione possa aprire pericolose falle nell’ammiraglia che guida la Regione. Una cosa che...

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Troppa confusione, troppe polemiche e soprattutto l’alto rischio che la questione possa aprire pericolose falle nell’ammiraglia che guida la Regione. Una cosa che nessuno vuole fare, anche difronte a un tema importante, ma divisivo come quello dell’accoglienza dei migranti, dell’hotspot e soprattutto si dove farlo. E così il Centro finisce in congelatore. E se non proprio nel freezer, almeno una tirata di quelle pesanti di freno a mano è arrivata.


LA DECISIONE
Tra Fdi e Lega non c’è stato un tavolo di confronto sulla vicenda, ma sono intercorse diverse telefonate da Walter Rizzetto, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e Marco Dreosto, pari grado della Lega. I due sono capiti al volo. Meglio disinnescare la polemica prima di andare incontro a brutte sorprese, in modo da ragionarci con calma. L’hotspot, dunque, può aspettare almeno sino a settembre, mese in cui riprende l’attività politica. Meglio quindi fermarsi e magari azzerare tutto, a cominciare dal sito di Jalmicco. Più complicato, invece, passare sopra all’hotspot che - secondo l’intellighenzia del Centrodestra - è fondamentale in questo momento per dare una risposta agli arrivi dalla rotta balcanica, prima di avere le tendopoli come anni fa nei parchi delle città friulane.


IL RACCODO
Non ci sono comunicazioni ufficiali, ma pare che dallo stesso Ministero dell’Interno, dopo una serie di telefonate partite dal territorio, abbiamo acconsentito a dilatare i tempi. Insomma, per avere l’hotspot sul territorio ci sarà da aspettare ancora un bel pò. Nel frattempo, quando la situazione si sarà un attimo calmata, nel Centrodestra si discuterà, (questa volta tutti insime visto quello che è avvenuto) su dove potrebbe essere collocata l’area più idonea per piazzare l’hotspot. Evidente che la collocazione avrà una validità legata alle funzioni che dovrà espletare il Centro, ma è facile capire che un dettagliato passaggio sarà decisamente più politico e dovrà rispettare anche gli equilibri territoriali, anche perchè all’orizzonte si fa avantio il voto amministrativo i oltre 110 Conuni della regione e soprattutto le Europee».


PRESIDENTE 
La scelta di far trascorrere acqua sotto i ponti prima di riprendere in mano la vicenda rimette in corsa anche il presidente Massimiliano Fedriga, ora rimasto in silenzio da quando si è alzata la polvere sulla questione. Non è da escludere che se le trattative su dove individuare il sito saranno fatte nelle “segrete stanze” e in modo riservato, anche Fedriga e l’assessore alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, diranno la loro. In caso contrario potrebbe proseguire il silenzio con la frase precompilata: “la competenza è del Governo, noi non parliamo”. Di sicuro il ministero concederà tutto il tempo necessario al Centrodestra regionale di individuare un sito condiviso per poi partire con la realizzazione dell’hotspot».


LA MONTAGNA


Dopo le scaramucce tra gli alleati Novelli (Fi) e Mazzolini (Lista Fedriga) sulla possibilità di “spedire” i migranti in montagna, posizione siostenuta dal forzista e censurata dal pretoriano del presidente, scende il campo il consigliere del Pd, Massimo Mentil, anche lui legato ai monti. «Il confronto, soprattutto su temi spinosi come quello dei migranti, è sempre la strada privilegiata da seguire. Le cose si complicano però se qualcuno volutamente si rifiuta di comprendere o, pensando di essere l’unico depositario della verità e paladino della montagna, assume atteggiamenti ostili. È evidente che Mazzolini, volutamente, abbia mal compreso, nella migliore delle ipotesi, il mio pensiero al fine di strumentalizzarlo, oppure, nella peggiore delle ipotesi, non abbia proprio compreso. È francamente assurdo che qualcuno pensi che quello che si può o non si può dire o fare in montagna passi sotto il suo nulla osta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino