Migranti al gelo nell'hangar. Il post del prof: «Se fossero stati italiani, li avrebbero messi al caldo»

L'hangar della Comina a Pordenone
PORDENONE - «Anch’io questa notte ho dormito sul mio letto al caldo, come tutti i pordenonesi. Appena ho visto il Monte Cavallo pieno di neve, ho pensato a quei...

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PORDENONE - «Anch’io questa notte ho dormito sul mio letto al caldo, come tutti i pordenonesi. Appena ho visto il Monte Cavallo pieno di neve, ho pensato a quei novanta ragazzi al freddo. Forse siamo imbarbariti tutti. Nel 1700 le Pizzocchere di Pordenone tenevano aperto un “ospitale” per i senzatetto. Oggi che siamo molto più ricchi dormiamo pacifici sui nostri letti senza pensare che altre persone invece potrebbero avere bisogno di aiuto». A scrivere il post domenica mattina il professore Antonio Pavanello, che si sta dando da fare con i migranti ospitati in Comina insegnandogli l’italiano.

Il fatto

In questi giorni in cui il freddo è diventato più pungente, Pavanello in più occasioni ha cercato di sensibilizzare le istituzioni affinché nell’hangar della Comina, gelido dalla mattina alla sera e ancora più gelido la notte, ci potesse essere un intervento delle istituzioni. Per la verità sono state portate tre tende della Protezione civile con i raggi infrarossi all’interno in modo da scaldarle, ma non è possibile utilizzarle per lungo tempo perchè l’impianto elettrico va in tilt. Il professore Antonio Pavanello ha fatto anche un’altra considerazione nel suo post. «Una notte - ha scritto - che ero al campo invernale con i miei scout ricordo che ho messo il mio sacco a pelo davanti al camino, per tenere acceso il fuoco. Sì, se quei novanta giovani nell’hangar della Comina fossero italiani, minimo sarebbero in una palestra. Non lì sotto zero».

Da quanto si è saputo ad inizio settimana sarebbe passato un dirigente del Comune che dopo aver analizzato l’impianto elettrico avrebbe fatto sapere di non utilizzare le tende per dormire. Evidentemente non c’erano le condizioni di sicurezza per farlo. Resta il fatto che la temperatura durante la notte scende parecchio e l’hangar è troppo grande per utilizzare delle stufette elettriche. Impossibile anche usare grandi impianti perchè la tensione e quasi certamente la condizione dell’impianto non lo consente. Tutti hanno due o tre coperte, ma è evidente che il freddo passa attraverso e in questo periodo è tosto dormire in queste condizioni. Sempre meglio - si potrebbe dire - che dormire all’esterno, magari in un parco. Vero, ma non si tratta di una gara al rialzo, ma di dare un sito decoroso a queste persone. La speranza è che vengono rispettati i tempi per completare i lavori e la consegna dell’immobile dei Comboniani, dove le condizioni di vita saranno sicuramente migliori. Da quanto era stato detto i lavori dovrebbero essere terminati alla fine della settimana.

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Il Gazzettino