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PORDENONE - Qualche giorno fa, quando erano emersi i primi tre casi di scabbia tra i migranti ospitati nell’hangar della Comina, le associazioni che aiutano i richiedenti asilo si erano affrettate a minimizzare l’entità del problema. «I migranti - aveva detto l’attivista Luigina Perosa - sono l’esempio vivente che la scabbia non è necessariamente contagiosa, né pericolosa, né c’è alcuna epidemia, a meno che il contatto con la persona portatrice sia lungo e stretto o che si abbiano rapporti sessuali». Ieri, invece, tono e quadro sono cambiati. E l’allarme non è arrivato dalla giunta di centrodestra, bensì dopo un sopralluogo del gruppo del “Bene comune”, in prima linea per l’accoglienza. «I migranti Hanno parlato volentieri con noi - ha detto Paola Marzinotto - abbiamo spiegato loro che eravamo lì per vedere come stavano. Ho chiesto informazioni sulle loro condizioni di salute: qualcuno sta male ha dolori addominali, uno mi ha fatto vedere l’addome con diverse lesioni da grattamento. Forse punture di insetti o forse scabbia. Se uno ha la scabbia nel giro di pochi giorni cinque dieci venti ragazzi potrebbero avere la scabbia». Un rischio di epidemia, quindi. O di focolaio, è uguale. Per la prima volta, insomma, la possibilità che si sviluppi un problema sanitario emerge con chiarezza.
IL SOPRALLUOGO
La seconda notizia emersa a valle del sopralluogo de “Il Benecomune” riguarda le presenze nell’hangar della Comina, nonché le condizioni igienico sanitarie dei luoghi. «Abbiamo trovato un degrado assoluto - spiegano Nicoletta De Bellis e Paola Marzinotto - dormono per terra sul cemento, solo con una coperta, non hanno neanche un materassino.
SPORCIZIA
«Ovviamente le condizioni igieniche sono pessime, riescono a lavarsi con difficoltà visto che hanno una doccia sola (acqua fredda) sono in 47 stasera, ma arrivano a 70 ragazzi che vanno dormire lì per terra senza una branda, senza isolamento dal cemento. Le condizioni in cui sopravvivono a fatica questi ragazzi, tutti giovanissimi, che provengono da Pakistan e Afghanistan, non solo sono causa di compromissione della salute fisica, ma anche di quella emotiva e psichica. Il sindaco Ciriani si è impegnato a verificare la possibilità di individuare un luogo più sicuro e decoroso. Noi siamo pronti a sostenere qualsiasi azione difenda dignità e integrità di questi ragazzi».
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