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La situazione alla frontiera del Nordest è fuori controllo. Trasferimenti bloccati, ma anche respingimenti cruenti senza un sistema di monitoraggio dei confini soprattutto tra la Bosnia e la Croazia. «Gli arrivi sulla rotta balcanica sono un’emergenza vera al pari degli sbarchi sul canale di Sicilia. Va affrontata con misure che funzionano, come ad esempio i respingimenti verso la Slovenia che dovrebbero riprendere». Così si è espresso l’assessore regionale alle politiche dell’immigrazione Pierpaolo Roberti a margine della giornata formativa organizzata, ieri a Trieste, dall’Associazione professionale polizia locale d’Italia. Incalzato sulle denunce da parte di associazioni locali delle violenze a cui sono esposti i migranti respinti in Slovenia e poi nuovamente da là in Croazia, Roberti ha affermato: «Trovo ridicolo parlare di questi temi. La Croazia è un Paese europeo che si appresta a entrare nell’area Schengen. Non spetta a noi, Italia o Regione, stabilire se le condizioni che applica la Croazia sono degne o no, e nemmeno alle associazioni». Poi ha aggiunto: «Abbiamo avuto un’esplosione del numero degli arrivi nel mese di ottobre, quando di solito i numeri tendono a scendere e questo è ascrivibile a più questioni».
IL NODO TURCHIA
Secondo l’assessore regionale «evidentemente qualcosa in Turchia non sta funzionando: c’è poi un tema sulla Serbia che ha fatto politiche sui visti molto lassiste che permettono a molti di arrivare là direttamente in aereo, le tensioni che ci sono in Kosovo poi non aiutano e l’autunno caldissimo inoltre agevola il percorso».
STATO D’EMERGENZA
Ad intervenire sull’emergenza migranti è anche il consigliere regionale della Lega Diego Bernardis: «Oltre ai migranti dalla rotta balcanica adesso qui al nord arriva anche chi è sbarcato al sud, poiché sembrerebbe essersi diffusa la voce che nelle nostre strutture di accoglienza si sta bene e le pratiche sono più veloci». L’auspicio è che il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni «possa giungere sul territorio e sincerarsi di persona della gravità della situazione per trovare quanto prima una soluzione che rispetti la nostra terra di confine». Secondo Andrea Ussai (M5s) «Non ci si può girare dall’altra parte e far finta di non vedere il problema né rinviare l’organizzazione di risposte concrete». «La principale soluzione - aggiunge il consigliere pentastellato - deve essere quella di aumentare i trasferimenti ma sarebbe anche il caso che il presidente Fedriga valuti la dichiarazione dello stato d’emergenza da ora e per tutto il periodo invernale». Dunque conclude: «Il centrodestra adesso governa a tutti i livelli istituzionali e probabilmente si sta accorgendo che con gli slogan e le proposte irrealizzabili, come muri e blocchi navali, non si risolvono problemi così complessi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino