Emergenza migranti, la crisi in Israele blocca l'arrivo dei soldati al confine tra Italia e Slovenia

Emergenza migranti, la crisi in Israele blocca l'arrivo dei soldati al confine tra Italia e Slovenia
L’attacco di Hamas ad Israele con la conseguente crisi internazionale che è scoppiata, ha bloccato per ora l’arrivo dei militari italiani sul confine regionale...

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L’attacco di Hamas ad Israele con la conseguente crisi internazionale che è scoppiata, ha bloccato per ora l’arrivo dei militari italiani sul confine regionale per cercare di arginare l’arrivo dei migranti dalla rotta balcanica. L’incontro, infatti, che era previsto tra il senatore della Lega, Marco Dreosto, segretario regionale del Carroccio e il ministro Guido Crosetto per discutere, appunto di questa possibilità, è saltato a causa di quanto sta accadendo in Israele. Per ora, dunque, tutto fermo, anche se la Lega continua a gran voce a chiedere un intervento duro e di portata per bloccare gli arrivi che sono costanti.


L’ASSESSORE
«Dal Governo ci aspettiamo un intervento forte sulla rotta balcanica e sui Paesi che si trovano lungo il suo percorso. A livello internazionale, l’Italia non è un Paese di primo ingresso in Unione europea e non deve quindi essere trattato come tale. Sul fenomeno migratorio in quest’area geografica é fondamentale una cooperazione con la Croazia, che rappresenta il confine esterno dell’Ue, e la Slovenia. Da un lato servono azioni coordinate per combattere i trafficanti di esseri umani e dall’altro é necessario un maggior controllo dei confini nazionali». A dirlo l’assessore regionale alla Sicurezza, il leghista Pierpaolo Roberti. La Lega, dunque, rinforza la sua richiesta dei militari anche con le figure istituzionali. Roberti ha anche evidenziato che il Friuli Venezia Giulia, pur avendo circa la metà della popolazione della Slovenia, accoglie cinque volte il numero di immigrati accolti da quest’ultima nazione. L’assessore ha pure rimarcato che “è importante che ci sia un’attenzione mediatica sulla rotta balcanica che ogni giorno porta centinaia di migranti sul suolo del Friuli Venezia Giulia e di conseguenza in Italia. Il fenomeno dell’immigrazione clandestina produce effetti importanti sia dal punto di vista economico - basti pensare ai rilevanti costi per la pulizia delle aree boschive dove le persone che transitano lungo la rotta balcanica abbandonano zaini e vestiti - sia sociale, perché incide sulla percezione della sicurezza”. «Nonostante l’impegno delle Forze dell’ordine ci sono aree di Trieste, ma il fenomeno riguarda anche altre nostre città come Udine, che non vengono più fruite. Non possiamo accettare che fette delle nostre città e parti del nostro territorio vengano sottratti alla comunità e alla cittadinanza».


NELLE PIAZZE
E così, contro quella che la Lega definisce una “invasione”, lo stesso Carroccio torna nelle piazze e nei mercati da oggi al 17 ottobre con numerosi gazebo per una raccolta firme. «L’obiettivo - spiega il segretario Dreosto - è quello di supportare il segretario federale Matteo Salvini nell’azione di difesa dei confini e della sovranità nazionale, chiedendo di bloccare gli arrivi provenienti dalla rotta balcanica, eseguire immediati respingimenti al confine dei clandestini, combattere la criminalità organizzata e i trafficanti di essersi umani. L’Italia e il Friuli Venezia Giulia sono sotto assedio. Ha ragione Salvini: l’arrivo in contemporanea di un flusso di migranti così elevato e senza precedenti è un chiaro segnale che qualcuno ha interesse ad attaccare il nostro Paese! C’è chi vuole indebolire l’Italia usando i flussi migratori come arma per destabilizzare il Paese. Criminalità organizzata, Omg talebane dell’accoglienza e altri attori esterni sono intenzionati a mantenere le porte aperte per tutti perché non vogliono che sia un governo legittimamente eletto dai cittadini a decidere le politiche migratorie. Per questo - conclude Dreosto - vogliamo dare la possibilità ai cittadini di esprimersi e firmare per dare un supporto a Matteo Salvini, l’unico che era riuscito a fermare gli arrivi, e che oggi per questo subisce un processo, e sostenerlo nell’operare in ogni sede opportuna per difendere i confini, fermare gli arrivi e riportare sicurezza nelle nostre città».

I NUMERI


C’è subito da dire che ogni giorno dalla rotta balcanica arrivano gruppi due 10 - 15 persone, ma anche altre raggiungono il Friuli Venezia Giulia da altri accessi, non solo quello di Trieste, ma anche Tarvisio e Gorizia. Allo stato, anche se i numeri non sono precisi, ma comunque indicativi, dall’inizio dell’anno sono entrate circa 17 mila persone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino