Il prefetto Cuttaia: l'imposizione dei migranti in Veneto non funziona

Il prefetto Domenico Cuttaia
Un Veneto diverso dalle altre regioni d’Italia sull’accoglienza dei migranti: nonostante i numeri considerevoli (12.328 i richiedenti asilo) queste persone vengono...

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Un Veneto diverso dalle altre regioni d’Italia sull’accoglienza dei migranti: nonostante i numeri considerevoli (12.328 i richiedenti asilo) queste persone vengono imposte con fatica nelle comunità locali. Solo 434 sono nella rete di protezione e asilo per i rifugiati (Sprar) dei Comuni, altri 9280 sono ospitati in strutture temporanee in base a una convenzione tra prefettura e privati, ma si tratta di centri di dimensioni minori.


Questa in sintesi la posizione espressa dal prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, in audizione ieri mattina a Roma alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti.

«Ma la ricettività nelle caserme non paga, i sindaci vanno rassicurati su tempi e numeri» ha aggiunto Sara Moretto, deputata Pd che ha partecipato - unica parlamentare veneta - alla seduta.

Il prefetto ha illustrato, per oltre due ore, un dettagliato dossier che ha poi consegnato ai parlamentari, parlando dello scarso interesse riscontrato da parte delle cooperative sociali nel rispondere ai bandi proposti sull’accoglienza, anche quando non si profilava lo spettro della mancanza di fondi dello Stato. E anche delle resistenze dei sindaci laddove c’era stata qualche risposta dai privati. Sul problema dei finanziamenti è stata rilevata l’urgenza di inoltrare una richiesta specifica al Ministero dell’Economia per far fronte alla situazione. Ed è stato affrontato poi il tema dei ricorsi sulle singole posizioni, che finora seguivano la giustizia ordinaria e quindi allungavano i tempi di permanenza. È stata avanzata la necessità di canali più rapidi per l’esame delle richieste.

Cuttaia si è soffermato in particolare sul caso di Cona dove ci sono oltre 900 persone, mentre in 343 comuni non è presente neppure un migrante, ma anche sui 2614 richiedenti asilo ospitati in caserme dismesse, dove si registrano le maggiori criticità, come a Conetta, Treviso, Bagnoli. Con l’autunno gli arrivi dovrebbero diminuire e i tempi delle commissioni di valutazione ridursi. 


«In parte questa resistenza dei sindaci è comprensibile - spiega l’on. Moretto - il clima di confusione non aiuta, senza certezze sui numeri e sui tempi di permanenza. Per questo è necessario, senza coercizioni, dare rassicurazioni perché possano essere parte di un sistema nazionale di accoglienza diffusa». E anche una stabilizzazione delle persone accolte, che potrebbero essere impiegate in attività di volontariato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino