Migranti, il prefetto di Pordenone chiama i sindaci: «Dovete trovare posti per l'accoglienza»

Natalino Domenico Manno, prefetto di Pordenone
PORDENONE/UDINE - Non può bastare l'hangar della Comina, pur provvisorio come confermato sia dal Comune di Pordenone che dalla Prefettura cittadina. Non...

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PORDENONE/UDINE - Non può bastare l'hangar della Comina, pur provvisorio come confermato sia dal Comune di Pordenone che dalla Prefettura cittadina. Non basterà nemmeno lo stabile gestito un tempo dai Comboniani, che potrà garantire cinquanta posti per i migranti e una ventina da dedicare all'emergenza freddo. Servirà, perché il capannone della Comina tornerà alla sua funzione originaria. Ma non basterà. In poche parole, si rischierà di nuovo di avere i migranti sulle strade, per giunta nel periodo più freddo dell'anno.

Il nuovo prefetto di Pordenone, Natalino Domenico Manno, non ha però alcuna intenzione di vedere la "sua" città ripiombare nell'emergenza vissuta alla fine dell'estate, quando i richiedenti asilo bivaccavano nei parchi. Se però lo stabile degli ex Comboniani non basterà e l'hangar della Comina sarà svuotato, dove andranno i migranti? I numeri sono numeri e non hanno colore. «In questo momento - ha spiegato lo stesso prefetto Natalino Domenico Manno - all'interno del capannone della Comina sono ospitati circa 80 migranti, tutti censiti e alcuni con esigenze sanitarie che faremo in modo di affrontare accorciando le procedure in Questura per far ottenere a queste persone la tessera sanitaria e quindi una giusta assistenza».

Ma se i migranti in Comina sono ottanta e i posti a disposizione dei richiedenti asilo nella struttura degli ex Comboniani saranno una cinquantina, che fine faranno gli altri trenta cittadini in attesa di una risposta sulla protezione umanitaria? In questo senso la direzione del nuovo prefetto Manno è chiara. Deve ripartire ad ogni costo il meccanismo dell'accoglienza diffusa, che oggi sembra essersi impantanato.

L'APPELLO

«A breve - ha assicurato il successore di Domenico Lione all'ufficio di governo pordenonese - convocherò tutti i sindaci del territorio in una riunione. L'obiettivo sarà quello di sensibilizzarli: devono aiutarci a trovare soluzioni per riavviare il meccanismo dell'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo». Non è difficile da tradurre: servono posti e i sindaci saranno ufficialmente chiamati a trovarli e a metterli a disposizione.
Il tutto senza passare dal meccanismo dei bandi, che pur la Prefettura proverà a riavviare. Le ultime due volte, però, le cose non sono andate così bene, dal momento che entrambi i "concorsi" per rintracciare cento posti di accoglienza diffusa nel Friuli Occidentale sono andati deserti.

Pesano in questo contesto le nuove norme nazionali, con il taglio sostanziale della "diaria" garantita agli enti di assistenza come le coop per il sostentamento giornaliero delle persone accolte. Si partiva dai "famosi" 35 euro al giorno, mentre ora si è scesi fino al limite minimo di 21 euro al giorno. È il fattore economico, spesso, a bloccare l'accoglienza.

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Il Gazzettino