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Il centro di “parcheggio” temporaneo per minori stranieri non accompagnati over 14 «non può funzionare» così com’è stato immaginato per far fronte ai flussi degli arrivi. «È un tentativo di dare una risposta a un’esigenza che c’è, ma la risposta è sbagliata». Ne è convinto Giovanni Tonutti, presidente di Oikos Onlus, che in Friuli gestisce due strutture per minori, una da 20 ragazzi e una da 23, al cui interno ruotano 21 educatori, oltre al coordinatore dell’accoglienza e al responsabile amministrativo. L’associazione, che conta oltre una quarantina di dipendenti, precisa sin da subito che non parteciperà al “tam tam” lanciato dalla Prefettura di Udine per selezionare le manifestazioni d’interesse alla successiva procedura per trovare un centro con 50 posti per almeno tre mesi, presumibilmente dal 29 settembre, per offrire una prima accoglienza (solo vitto e alloggio) ai baby profughi in attesa del loro trasferimento in strutture di comunità della provincia. «Ho letto l’avviso - dice Tonutti -. Si chiede di trovare una struttura che in Friuli ad oggi non c’è, per giunta a costi insostenibili».
L’ASSOCIAZIONE
L’avviso pubblicato dalla Prefettura, in linea con le disposizioni governative, prevede un tetto massimo pro capite pro die di 60 euro a minore Iva esclusa (comprensivo del kit di primo ingresso, degli importi di 0,027 euro di scheda telefonica e dei 2,50 euro di pocket money). Il valore dell’appalto quindi ammonta a 372mila euro. L’obiettivo è individuare almeno cinque operatori economici del settore dell’accoglienza interessati a presentare offerte. «Il regolamento regionale per le strutture per minori di gennaio scorso prevede una serie di requisiti di accreditamento. Per aprire una struttura per minori bisogna rispettare requisiti previsti sia da questo regolamento sia dalla legge nazionale. L’avviso della Prefettura, fatto sulla falsariga di quelli per i centri per adulti, prevede una struttura fino a 50 posti, ma in giro per il Friuli non ce n’è di queste dimensioni. Inoltre, centri così grandi sono soggetti a paletti molto stringenti, dal rispetto della normativa antincendio agli arredi a norma. Inoltre bisogna avere uno spazio all’aperto perché possano giocare. Va detto poi che 50 ragazzi tutti assieme a mio parere sono difficilmente gestibili. Se però si fanno due strutture da 25, bisogna avere personale doppio e a 60 euro a ragazzo al giorno non ci stai dentro: bisogna prevedere almeno 10 lavoratori, senza contare le migliaia di euro per l’affitto della struttura». Per Tonutti, quindi, il rischio che l’avviso possa andare deserto, come accaduto a Pordenone, sarebbe elevato. «Se non va deserto, con quei parametri, che poi non si lamentino se vengono fuori problemi», spiega Tonutti, che con Oikos, oltre ai centri per minori, segue anche 65 profughi ucraini con 4 operatori, un coordinatore dell’accoglienza e una figura con funzione amministrativa, oltre a 57 adulti provenienti dalla rotta balcanica (con 5 operatori, un coordinatore e un amministrativo) e a tre appartamenti per l’autonomia.
Il Gazzettino