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TREVISO - La Prefettura cerca soluzioni per ospitare 400 richiedenti asilo, più 50 posti da riservare ai minori stranieri non accompagnati di età inferiore ai 14 anni. Tutte le opzioni sono aperte: per una quota di 300 migranti si cercano strutture in grado di accogliere fino a cento persone l'una; per un'altra aliquota di 100 unità si guarda invece con maggiore interesse a "soluzioni abitative indipendenti", quindi alloggi tipici dell'accoglienza diffusa. In tutto c'è necessità di 450 posti nella Marca per fare fronte a quella che sta diventando sempre più un'emergenza.
Il motivo
Gli sbarchi sulle coste italiane non si arrestano, il flusso di richiedenti asilo aumenta di giorno in giorno e la Prefettura, dopo un giro informale di consultazioni con i sindaci, ha quindi deciso di pubblicare due bandi per rinforzare la rete dell'accoglienza sperando di avere più fortuna che in passato: già lo scorso anno analoghi bandi portarono a un nulla di fatto andando deserti. A essere chiamati in causa sono operatori economici ed enti del terzo settore: evidentemente il giro con i Comuni non ha prodotto risultati. Gli avvisi ora sono due. Il primo per 300 persone da ospitare in "strutture costituite da centro collettivi messi a disposizione con capacità ricettive fino a 50 posti" o in strutture più grandi da "51 a 100" posti". Il secondo bando punta invece a trovare "centri costituiti da singole unità abitative con capacità ricettiva fino a un massimo di 50 posti complessivi" per sistemare altre 100 persone. Infine il terzo bando, mirato "all'affidamento della gestione temporanea di centri di accoglienza e assistenza fino a 50 posti destinati ai minori stranieri non accompagnati di età non inferiore ai 14 anni". I tempi sono strettissimi considerati i circa mille arrivi alla settimana in Veneto: le manifestazioni di interesse dovranno arrivare alla prefettura trevigiana entro le 13 del 28 agosto. Fatti i conti sono meno di due settimane. Se non dovesse arrivare nulla la Prefettura dovrà per forza trovare altre soluzioni. E in caso di zero proposte prendono sostanza i timori del sindaco Mario Conte, che da presidente Anci spinge per l'accoglienza diffusa, e che pochi giorni fa ha sventolato lo spauracchio di tendopoli o centri d'accoglienza imposti.
Condizioni
A seconda dei bandi sono diverse le condizioni economiche previste per chi deciderà di mettere a disposizione delle strutture.
Il quadro
Intanto centri d'accoglienza nella Marca sono pieni. All'ex caserma Serena è stata raggiunta quota 520 presenze, all'ex Zanusso di Oderzo i circa 200 posti sono esauriti da tempo. E da Treviso Conte, nella duplice veste di primo cittadino e presidente regionale Anci, avvisa: «Chiedo al Governo di trovare una soluzione alternativa ai grandi centri d'accoglienza. Oggi alle Serena registriamo 520 presenze e non sono più disposto ad accoglierne altri nella stessa struttura. Credo non sia un'accoglienza dignitosa e meritevole né per gli ospiti, né per la città. Ho chiesto al prefetto di non portare più nessuno alla Serena, la competenza esclusiva sulla struttura è sua in quanto immobile demaniale. Ma gli effetti poi ce li ritroviamo nel nostro territorio». In tema di accoglienza diffusa Conte ricorda che Treviso ospita già 42 persone. Quindi rilancia: «Adesso chiedo a tutti di fare la propria parte». E ricorda il protocollo d'intesa firmato da Anci, Regione e prefetti proprio per l'accoglienza diffusa: «Quel protocollo non era altro che una condivisione d'intenti per sedersi attorno a un tavolo e gestire un'emergenza senza che i prefetti siano costretti a imporre scelte ai territori. Se non ci saranno disponibilità, ognuno si assumerà la responsabilità delle scelte dei prefetti che, comunque, dovranno garantire l'accoglienza dei migranti nei territori. I comuni non hanno la possibilità anche di questa ennesima emergenza umanitaria. Ma sono anche dell'idea che piccoli numeri di richiedenti asilo in tanti posti siano gestibili».
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