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PADOVA - A Padova si sperimenta un farmaco contro il mieloma multiplo, il secondo tumore del sangue in Italia dopo il linfoma non-Hodgkin. È possibile grazie alla partecipazione a uno studio internazionale da parte del dipartimento di Ematologia e Immunologia clinica dell' Università di Padova. Si tratta di un farmaco coniugato, cioè composto da un anticorpo monoclonale e un chemioterapico, che è efficace sul lungo periodo in pazienti difficili, che non rispondono cioè ai trattamenti standard di prima, seconda e terza linea.
La terapia si basa su due molecole che agiscono sinergicamente: l'anticorpo (belantamab) riconosce e raggiunge in maniera selettiva le cellule malate, dove poi agisce il chemioterapico (mafodotin), risparmiando quelle sane.
Un terzo dei pazienti ha raggiunto una risposta parziale, e di questi più della metà hanno ridotto la malattia del 90% e in alcuni casi anche totalmente. «La sopravvivenza nei pazienti che hanno ottenuta una risposta molto buona è stata di 30,7 mesi. - spiega Zambello -. Quelli con malattia ricaduta/refrattaria in fase avanzata hanno un'aspettativa media di vita intorno ai 6 mesi. Con belantamab mafodotin, invece, l'aspettativa di sopravvivenza nei pazienti che rispondono alla terapia raggiunge una mediana di circa 3 anni». Per il mieloma multiplo, responsabile dell'1-2% di tutte le neoplasie e del 10-15% dei tumori ematologici, non c'è ancora una cura definitiva. Ogni anno si stimano circa 5700 nuovi casi.
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