Il pilota Michele Rugolo, da Montebelluna a Maranello. «Insegno alle star come guidare le Ferrari. La mia passione è iniziata sui go kart»

Michele Rugolo con lo svizzero Gino Forgione: faranno coppia fissa su una 296 GTE nel campionato Pro Am
MONTEBELLUNA (TREVISO) - La sua è una visione a 360 gradi sul mondo del motorsport. Pilota, direttore dei corsi di guida Ferrari, team manager della squadra del Cavallino...

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MONTEBELLUNA (TREVISO) - La sua è una visione a 360 gradi sul mondo del motorsport. Pilota, direttore dei corsi di guida Ferrari, team manager della squadra del Cavallino Rampante in ambito endurance, Michele Rugolo vive in maniera totalizzante una grande passione nata quando era ancora ragazzo. Che lo ha portato a ritagliarsi un ruolo di rilievo sia in pista che ai box, incrociando la sua strada professionale con driver di qualità oltre che con imprenditori, attori e personaggi ai quali insegnare i segreti della guida al volante della Rossa di Maranello.

Dopo qualche stagione senza gare, ora il 41enne di Montebelluna è però pronto a scendere nuovamente in pista. «Ultimamente la mia attività principale è stata quella di direttore dei corsi guida Ferrari - racconta - ho disputato vari campionati da pilota fino al 2019, poi un brutto incidente e in seguito il periodo della pandemia mi hanno fatto vivere l’ambiente da un’altra prospettiva. Nel 2023 mi è stato chiesto di fare il team manager della squadra che ha partecipato all’Europeo. Una bella esperienza, diversa da ciò a cui ero abituato».

 

Ha iniziato da ragazzo sui kart.

«Come tutti sono partito da là, poi sono passato a correre nelle varie Formule. Stagioni di grandi soddisfazioni, sono arrivato a fare per ben 6 volte la 24 Ore di Le Mans. Nella stessa squadra c’era anche Giancarlo Fisichella cui assomiglio, e al quale è legato un aneddoto simpatico».

 

Ovvero?

«Era l’edizione 2014 della 24 Ore. Già nei primi giorni i tifosi mi scambiavano per lui chiedendomi l’autografo, io spiegavo di essere un suo compagno di squadra. Mi fermavano di continuo, così al venerdì, all’ennesima richiesta e sotto lo sguardo complice di Giancarlo, ho iniziato a firmare spacciandomi per lui. Ci siamo divertiti molto ma confesso che è stata l’unica volta».

 

Il sodalizio tra di voi prosegue.

«Sì, con lui e Marco Cioci, un altro che ha gareggiato ad alti livelli nell’endurance, seguiamo alcuni ragazzini che vogliono passare dai go-kart alle Formule. Faccio da coach e istruttore, è un lavoro stimolante. Nel periodo invernale sono stato in giro con loro per una quarantina di giorni tra sessioni in pista, sedute con il simulatore e altro».

 

In che cosa consistono i corsi di guida Ferrari?

«Sono strutturati su tre livelli: Sport, Evolution Plus e Race. Durano due giorni e si fa uno step alla volta, sono rivolti a possessori Ferrari che hanno l’interesse a migliorare la propria guida. Insegniamo a capire a fondo la strumentazione e quello che si può fare con una macchina così. Il tutto in grande sicurezza. C’è sempre qualcuno che si appassiona ulteriormente e arriva a partecipare come gentleman driver al Ferrari Challenge oppure al Club Challenge, dove non c’è gara ma si va in pista a fare dei giri cronometrati».

 

Ha svelato i segreti ad alcuni personaggi famosi. Come il presidente dell’Inter Steven Zhang.

«In questo aspetto del lavoro, che mi piace molto, conosci tanta gente di alto livello, imprenditori dai quali puoi sempre imparare qualcosa. Qualcuno dà anche confidenza, ma noi non possiamo allargarci troppo. Posso dire che Steven Zhang è una persona riservata ma non altezzosa. Gli sono stato al fianco in macchina durante il corso, abbiamo analizzato i dati telemetrici, la modalità di frenare nella maniera giusta, le regolazioni e altro. Gli avevo chiesto una maglietta dell’Inter per un amico, non per me che sono juventino. Un giorno ero a Monza, ci siamo sentiti ed è venuto a consegnarmela di persona. Un gesto di grande spessore umano. Mi ha anche invitato allo stadio, vediamo se sarà possibile incontrarsi».

 

E poi l’attore Michael Fassbender.

«Lui è un vero patito, ha proseguito tanto da partecipare anche alla 24 Ore di Le Mans. Ama davvero i motori, qualche anno fa a dicembre è venuto a trovarmi a Jesolo, abbiamo pranzato assieme poi ha voluto correre sui kart alla Pista Azzurra. È molto competitivo, così durante un giro l’ho toccato apposta da dietro per fargli capire come sono le gare».

 

Dopo più di trent’anni al volante la sua passione non è ancora finita.

«Questo periodo di passaggio professionale è difficile per uno che ha sempre fatto il pilota. Uno dei gentleman driver che seguo, lo svizzero Gino Forgione che è concessionario Ferrari a Ginevra, mi ha chiesto di accompagnarlo nel campionato europeo Pro Am. Il proprietario del team ha accettato, così tornerò a correre. Inizieremo a fine aprile a Portimao con la 296 GTE, sarà una stagione dura con tante squadre toste. Non facile per lui ma nemmeno per me, l’inattività mi ha portato a salire di peso, dovrò impegnarmi anche in palestra per recuperare la forma fisica. Però sono carico».

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Il Gazzettino