MIANE - Bimbo di 7 anni, ne farà 8 settembre, passa vicino alla pentola a pressione che, inspiegabilmente, scoppia. Il getto di acqua calda lo colpisce al petto...
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LE CURE AL CA' FONCELLOIl papà, che lavora nella vicina trattoria Al Contadin, ha subito deciso di precipitarsi in ospedale. Era in preda ad un'agitazione fortissima così gli amici hanno deciso di accompagnarlo in auto a Treviso. Intanto la mamma restava a Combai ad occuparsi degli altri bambini. Una corsa con il fiato in gola, senza riuscire a respirare a pieni polmoni. «Il bambino ha riportato ustioni di secondo e terzo grado al torace», la prima diagnosi dei medici del Ca' Foncello, dove il bimbo è stato curato e stabilizzato. Il suo quadro clinico, da quanto trapelato dal fitto riserbo, è serio, ma i medici sarebbero orientati a un cauto ottimismo. «Ci hanno rassicurati - ha detto l'amico del papà, riferendo le comunicazioni dei medici -. Certamente la situazione è difficile e complicata». Ma tra qualche settimana questa tremenda disavventura, è la speranza che accomunagli amici rimasti a Combai, sarà solo un brutto ricordo. Da si è riusciti a sapere i medici, seppure a scopo del tutto precauzionale, si sarebbero però riservati la prognosi. Anche perché le ustioni richiedono la massima cautela nei trattamenti.
IL TRASFERIMENTOIntorno alle 22.30, completati gli accertamenti e presi gli accordi con i colleghi, il bambino è stato trasferito in ambulanza nel reparto di chirugia plastica del centro grandi ustionati di Padova, dove sarà sottoposto ad una serie di cure intensive. Inizialmente i medici trevigiani avevano anche tenuto in considerazione l'ipotesi di curare il bimbo al Ca' Foncello, ma poi hanno deciso che i trattamenti in un centro di altissima specializzazione come è Padova sarebbe stata una maggiore garanzia per la salute del bambino. Ora bisognerà attendere le prossime ore per capire il decorso delle ustioni, mentre tutta la Combai si è stretta attorno al bimbo, ai suoi genitori e ai suoi fratellini. La certezza dalle aprole dei medici: «Resterà solo un brutto ricordo»
Roberto Ortolan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino