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MESTRE - Dopo due anni è mezzo di attività, 600 interventi, di cui oltre la metà durante il lockdown, nonostante ripetuti appelli, anche accorati, Artemis non ha ancora una sede e vive di fatto grazie all’impegno e alla passione dei volontari che l’hanno fatta nascere. Si tratta dell’associazione mestrina che garantisce il servizio di urgenza ed emergenza per animali, con tanto di ambulanza specializzata, studiato e realizzato sul modello di quello dei pazienti umani, ed è un unicum nel genere in tutta la provincia. Fondata a fine 2018 e operativa dal gennaio dell’anno dopo, ha mutatola denominazione originaria, Soccorso veterinario Mestre, perché giudicato ancorato alla città e non in grado di dar conto del raggio d’azione che spazia sull’intera area metropolitana.
IMPEGNO
«Abbiamo contattato diverse amministrazioni comunali chiedendo la disponibilità di alcuni locali su cui fare base con il mezzo medico e l’equipaggiamento per la reperibilità notturna, senza riscontro. Lo stesso sul fronte di qualche contributo o finanziamento. L’ambulanza, usata, l’abbiamo comprata e attrezzata noi, con una spesa non indifferente, e per gente che lavora e che di fatto mette a disposizione il proprio tempo libero non è cosa da poco». A parlare è Shasa Frison, presidente di Artemis, infermiere veterinario, fra i fondatori di questa realtà che ora conta una ventina di operatori. «Tutte persone - precisa - adeguatamente formate e che diventano operative dopo aver frequentato e superato un corso di formazione di nove mesi teorico e pratico». Il profilo dell’infermiere e soccorritore veterinario è composito: c’è chi già lavora in qualche clinica specializzata, ma c’è pure l’amante degli animali, e ancora chi è impegnato o lo è stato nella Croce verde, nei vigili del fuoco, nella polizia; uomini e donne, giovani e meno giovani.
BISOGNO
«Che ci fosse bisogno del servizio che offriamo - spiega Frison - eravamo certi.
Il Gazzettino