Nei primi sei mesi del 2019 il tram si è messo a... correre (con 46 stop)

Il tram ad una delle fermate lungo viale San Marco a Mestre
Dal 1. gennaio al 30 giugno scorso il tram si è fermato 46 volte, in pratica un terzo in meno rispetto alle 63 che si erano verificate lo scorso anno nel medesimo arco...

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Dal 1. gennaio al 30 giugno scorso il tram si è fermato 46 volte, in pratica un terzo in meno rispetto alle 63 che si erano verificate lo scorso anno nel medesimo arco temporale. Quelli appena passati sono stati dei giorni difficili per il “siluro rosso”, costretto allo stop anche per molte ore di seguito a causa delle conseguenze del maltempo di domenica e lunedì scorsi che abbattendo alberi, rami e piante nei pressi dei binari, gli ha impedito di correre.

L’occasione è buona per un raffronto sulle interruzioni del servizio dei primi 180 giorni delle due ultime annualità, escludendo invece il 2017 perché allora il monitoraggio comprendeva anche gli arresti insignificanti, nell’ordine di due o tre minuti che non incidevano per nulla sul servizio erogato.
 
DA UN ANNO ALL’ALTRO
Dal paragone dei primi sei mesi 2019-2018, si constata che le cose sono sensibilmente migliorate, segno da un lato che il sistema ha “ingranato” a regime dopo le tante fatiche del debutto e dall’altro che anche la cittadinanza si è abituata a convivere con il tram ed è più attenta ad evitare certi comportamenti, in primis i divieti di sosta.
Ecco, dunque, il quadro ufficiale fornito da Actv. Quest’anno, dal primo gennaio al 30 giugno ci sono stati 46 fermi: 16 per “cause endogene”, leggasi guasti; 24 per “cause esogene”, leggasi divieti di sosta, incidenti, veicoli in panne, presenza di ostacoli di vario genere e quant’altro non dipenda direttamente dal sistema di trasporto; 6 per interventi del Suem 118, accorso per soccorrere qualcuno che si è sentito male a bordo oppure alle fermate (si ricorderà il recente caso dell’anziana colta da malore e caduta praticamente sopra le rotaie mentre sopraggiungeva il mezzo che così non è più potuto ripartire).
ENDOGENE ED ESOGENE
Lo scorso anno, invece, il bilancio era stato questo: 27 stop per cause endogene, altrettante per quelle esogene e altre 9 per la necessità di chiamare l’auto medica o l’ambulanza. Calcolando tutto il 2018, i fermi erano stati 115 così suddivisi: 41 per cause endogene, 57 per cause esogene e 18 per problemi di natura sanitaria. Numeri ben più alti si erano avuti nel 2017, con ben 359 fermi, distribuiti nelle tre voci rispettivamente a quota 189, 124 e 46 volte, ma, come si diceva, Actv fa presente che il raffronto nudo e crudo è improprio, proprio perché fino a due anni fa nel cervellone finivano tutte le segnalazioni, anche quelle che poi si traducevano in arresti inferiori ai 180-120 secondi che ora vengono invece filtrati.
Naturalmente, trattandosi del computo sul semestre, dal conteggio sono esclusi gli stop di quest’ultimo periodo di luglio: per il maltempo il tram non aveva potuto correre la scorsa settimana dalle 20.30 di lunedì alle 18 di martedì e dall’inizio del servizio di martedì alle 18 di mercoledì, oltre a fermarsi per due mezzore la mattina di giovedì scorso per veicoli in panne sulle rotaie e, ancora, per poco più di un’ora nella serata di sabato scorso per un calo di tensione. Resta il dato che il trend è in miglioramento ed è un risultato che l’azienda di trasporto saluta favorevolmente, soprattutto ripensando ai primi periodi di funzionamento del mezzo quando c’era anche chi per scherzo scommetteva se, una volta salito a bordo, sarebbe arrivato a destinazione senza dover trasbordare sugli autobus sostitutivi.
IL COMMENTO DI ACTV

«Siamo soddisfatti – spiegano dalla direzione di Actv – I progressi che i numeri attestano riflettono che si sta andando sempre di più verso una certa stabilizzazione del sistema. Una fase di rodaggio è sempre necessaria, in passato non sono mancati i problemi, ma è stato raggiunto un punto di equilibrio, potremmo dire una situazione fisiologica. C’è poi da osservare che con ogni probabilità anche la popolazione si è abituata ad avere in strada il tram, con le sue peculiarità e le sue esigenze, e presta molta più attenzione ai divieti di sosta o a parcheggiare in maniera corretta per evitare di veder chiamare il carroattrezzi». E anche questo, alla fine, ha il suo peso sul computo dell’efficienza generale.
Alvise Sperandio Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino