Studentessa 21enne picchiata in strada: «Vesti all'occidentale»

Studentessa 21enne picchiata in strada: «Vesti all'occidentale»
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MESTRE - La sua colpa? Vivere all’occidentale. Vestire all’occidentale. Studiare all’occidentale. L’hanno avvicinata in gruppo, insultandola, minacciandola, spintonandola, strattonandola. E lei prima che la situazione potesse degenerare, terrorizzata e col cuore in gola, si è messa a correre senza voltarsi indietro. Con un unico pensiero arrivare a casa il più in fretta possibile. Al sicuro. Ad aprirle la porta l’italiana, di qualche anno più grande, con cui condivide l’appartamento in via Cappuccina in centro a Mestre: entrambe sono studentesse universitarie iscritte all’ateneo di Venezia. Ed è stata la coinquilina, ascoltato il racconto trafelato di quanto successo, a chiamare il 113. C’è voluta quasi un’ora per convincere Fatima (il nome è di fantasia), 21 anni, cittadina del Bangladesh, a rivolgersi alla polizia.




Agli agenti della Volante ha riferito quello che lei ha vissuto come un agguato da parte dei connazionali mentre stava camminando in via Colombo, l’altra sera, prima delle nove. Li ha incrociati poco distante da piazza Ferretto dove si stava recando per incontrare dei conoscenti: non sarebbe stata la prima volta che incontrava quegli uomini che nei suoi confronti avevano un atteggiamento a dir poco ostile. Sotto accusa soprattutto l’abbigliamento "troppo moderno" non in linea con i dettami dell’Islam e la conseguente emancipazione. Ma il coraggio di denunciarli non l’ha ancora trovato. Ha paura. Per sé ma ancor di più per la sua famiglia di provenienza: teme infatti che possa essere esposta a qualche sorta di ritorsione. I poliziotti hanno compreso il suo stato d’animo, intuendo che i "non ricordo", circa ad esempio, il numero di aggressori (tre, poi cinque, poi era buio, non li saprei riconoscere, non saprei dire l’età) più che a reticenza erano da imputare al timore di rappresaglie.



La segnalazione comunque c’è stata e per i reati configurabili nell’ambito della discriminazione per motivi religiosi è prevista la procedibilità d’ufficio. E comunque il livello d’attenzione è stato attivato. Dell’episodio verrà informata la Digos per competenza e non è escluso che la ragazza possa essere contattata e ascoltata con tutte le cautele del caso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino