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MESTRE - Ogni angolo di Mestre, ormai, grida vendetta contro il degrado. O meglio, "giustizia": una delle ultime segnalazioni dei residenti nei dintorni del sottopasso di via Giustizia riguarda la quantità di rifiuti e sporcizia che vengono abbandonati lì, probabilmente da tossicodipendenti e una buona percentuale di "semplici" maleducati, che riducono il passaggio a un letamaio.
Siamo a due passi dal centro diurno Drop in, dove trovano rifugio persone senza fissa dimora, con projblemi di dipendenze, e dove possono trovare un letto provvisorio, un pasto e i servizi igienici.
RIFIUTI OVUNQUE
Una zona, quella di via Giustizia e del suo sottopasso, presa di mira da chi consuma sostanze stupefacenti già da diversi anni: le segnalazioni dei residenti sono ormai all'ordine del giorno. Le persone che abitano in zona denunciano l'abbandono di rifiuti di vario genere, dai contenitori per il cibo a quelle per i medicinali, dalle siringhe ai fazzoletti intrisi di sangue, oltre ad escrementi che non rendono l'attraversamento del tunnel un'esperienza piacevole. Molti preferiscono fare altre strade, rinunciando alla comodità del sottopassaggio che collega via Miranese alla stazione ferroviaria, pur di non passare di lì. "Sembra un set cinematografico di qualche film post punk fine anni 80" è un commento sui social network che risale al 2013 che però stupisce ancora per la sua attualità: in dieci anni la situazione non è affatto migliorata.
LA CARROZZERIA
Il sottopasso "incriminato", luogo effettivamente tranquillo e riparato, lontano da occhi indiscreti, in cui i tossicodipendenti e i senza fissa dimora possono rifugiarsi per riposare, mangiare, fare i loro bisogni e consumare sostanze, si trova a un passo anche dalla carrozzeria Moderna, diventata suo malgrado famosa per la quantità di denunce che ha presentato in nove anni: ben 33. E uno dei motivi per cui la carrozzeria è diventata un bersaglio per i furti è la permanenza di un discreto numero di senzatetto e sbandati che orbita intorno al negozio e non lo lascia praticamente mai. L'esasperazione del fondatore, Paolo Favaretto, e dei suoi 22 dipendenti è arrivata al punto da posizionare delle transenne di ferro davanti alla carrozzeria, per scoraggiare chi si accampa per dormire lì fuori.
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