Follia a Mestre, scoppia una rissa in pronto soccorso: i parenti di una paziente vanno fuori di sé. Poi le botte alla guardia giurata

Follia a Mestre, scoppia una rissa in pronto soccorso: i parenti di una paziente vanno fuori di sé. Poi le botte alla guardia giurata
MESTRE - Ancora una rissa al pronto soccorso dell’Angelo. Stavolta ad andarci di mezzo è stato uno dei vigilante intervenuto per calmare alcuni parenti di una...

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MESTRE - Ancora una rissa al pronto soccorso dell’Angelo. Stavolta ad andarci di mezzo è stato uno dei vigilante intervenuto per calmare alcuni parenti di una paziente che, una volta visitata, è stata dimessa perché non aveva nulla di grave. Sembrava un intervento come tanti, la signora aveva accusato un malore, i congiunti l’avevano accompagnata all’ospedale per prudenza dove i medici l’hanno rassicurata, dicendole che poteva tornare a casa. All’improvviso la reazione violenta e del tutto immotivata di quello che pare fosse il marito. Sono all’incirca le 17.30 di sabato. La sala d’attesa è piuttosto affollata ma non ci sono criticità. Nemmeno qualcuno che si lamenta perché magari pensa di stare aspettando troppo per il proprio turno.


Insomma tutto nella piena normalità. Solo che in questa normalità - a detta di chi lavora quotidianamente in prima linea - c’è ormai da mettere in conto anche episodi di aggressioni a freddo. 

A FREDDO

L’uomo, che appare poco lucido, comincia a imprecare e a dire frasi senza senso e appare molto bellicoso. È a questo punto che interviene una delle guardie giurate che hanno appunto il compito di garantire la sicurezza. Il parapiglia è alquanto burrascoso perché poi si inseriscono anche altri parenti, sono tutti di etnia rom. 
Alla fine a evitare che il tutto degeneri ancor più, ci pensa la polizia che, allertata, disperde i componenti della famiglia e identifica e denuncia il protagonista della baraonda. Solo così si riesce a ristabilire il clima adatto a un luogo come quello in cui si va per essere curati e assistiti.

IL CORSO

«La sintonia tra forze dell’ordine e ospedale è stata piena anche in questo caso, subito risolto» ci dice il direttore generale dell’Ulss3 Edgardo Contato che continua: «Le aggressioni nei nostri ospedali da parte degli utenti, che siano ai medici, agli infermieri, agli operatori sociosanitari o a un nostro vigilante, come in questo frangente, sono quotidiane. Sei in media, al mese, quelle che, tra queste, sfociano in vera e propria aggressività fisica. Operatori delle forze dell’ordine, dei Pronto soccorsi, del Suem e dei Servizi di psichiatria da sei mesi lavorano e partecipano a un’attività formativa continua, volta a migliorare sempre di più le modalità con cui gestire e contenere le persone “non collaboranti”».
Si tratta di incontri formativi tesi a prevenire i fatti di questo tipo e comunque impostati per fare in modo che le aggressioni verbali o purtroppo anche fisiche possano essere gestite al meglio e abbiano meno conseguenze possibili.


«L’obiettivo - conclude Contato - è proprio quello di imparare ad affrontare un problema ognuno per le proprie competenze, tenendo conto di un contesto fragile come quello ospedaliero. Un grazie grande va quindi a tutti i soggetti impegnati in questo programma, nato da un’idea dell’Ulss 3 Serenissima e della Questura di Venezia, e coordinato dalla Prefettura». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino