Mestre. Quarta spaccata in un mese al negozio di parrucchiere, titolare disperato: «Rimettere la serranda mi costerebbe 20mila euro»

MESTRE - Quattro "spaccate" in un mese, le ultime una dietro l'altra: una nella nottata di sabato e la seconda, per finire il lavoro, la notte di domenica. Emanuele...

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MESTRE - Quattro "spaccate" in un mese, le ultime una dietro l'altra: una nella nottata di sabato e la seconda, per finire il lavoro, la notte di domenica. Emanuele Scaggiante, parrucchiere e titolare del salone Ingresso libero in via Querini a Mestre, è sconsolato: il suo negozio è ormai una tappa fissa degli scassinatori che, non essendo mai riusciti a entrare per portarsi via i pochi spiccioli nella cassa, sembrano essersi intestarditi al punto da tornare più volte nella stessa settimana per finire il lavoro. Finché non arriva il fabbro a sistemare la serratura, dove c'è un bel buco scavato con un cacciavite o un trapano, rimane a presidiare il negozio anche di lunedì mattina, giornata solitamente di riposo per i parrucchieri.

«QUATTRO IN UN MESE»

«Con oggi è la quarta volta in un mese che provano a entrare nel negozio. Due settimane fa sono entrati anche nel mio garage. A gennaio hanno manomesso così tanto la serratura che sono rimasto chiuso fuori mezza giornata con le clienti e le dipendenti. Anche se entrassero, cosa ruberebbero? Shampoo, phon e creme per il viso? A questa gente queste cose non interessano, loro puntano al fondo cassa, anche se ormai nessuno tiene soldi, al massimo qualche monetina». "Questa gente" non sono ladri professionisti, ma i tossicodipendenti che affollano i portici di via Carducci, dove mesi fa è spuntato il filo spinato su un condominio, via Piave e ormai anche Corso del Popolo e piazza Ferretto, che si è scoperta vulnerabile con il recente furto da 10mila euro subito da Caberlotto. Sono loro a prendere di mira le serrature dei negozi, di notte e approfittando del fatto che l'attenzione delle forze dell'ordine è diretta altrove: «Se fanno questo lavoro in tutta calma - continua Emanuele mostrando la serratura del suo negozio - è perché non vengono disturbati da nessuno. Non ci sono controlli sufficienti, qui non passa mai nessuno, e siamo a due passi dal centro. Ci sentiamo abbandonati a noi stessi: paghiamo le tasse, lavoriamo, rivitalizziamo le strade con le nostre attività. Ci meritiamo più sicurezza». Praticamente nessun negozio di via Querini è stato "risparmiato" dalle incursioni. «Io sono assicurato ma ogni "spaccata" costa almeno 700 euro di riparazioni. Volendo potrei rimettere le serrande ma dovrei far rientrare di otto centimetri le vetrine e mi costerebbe almeno 20mila euro. In questa strada hanno distrutto la vetrina di NaturHouse, hanno scassinato il negozio di abbigliamento per bambini davanti a me e il bar qui a fianco. In estate è molto peggio, mi trovo regolarmente persone stese davanti alla vetrina, le clienti si spaventano. Due settimane fa uno di loro ha battuto coi pugni tutte le vetrine dei negozi in via Querini e ha minacciato le mie dipendenti».

PIAZZA FERRETTO

La frustrazione è grande ma Emanuele non cede all'istinto di andarsene: «La situazione a Mestre è peggiorata, sono qui da dieci anni e col senno di poi non so se avrei comprato. Ma non mollo e, anzi, ho intenzione di espandermi: ho rilevato il negozio qui accanto. La sicurezza la facciamo noi commercianti e residenti, in assenza dello Stato». Tra sabato e domenica anche il negozio di abbigliamento Dan John, in piazza Ferretto, è stato forzato dai ladri che sono riusciti a entrare e portarsi via il magro fondo cassa. Secondo le dipendenti «serve un presidio costante, quando smonta la postazione della Polizia Locale, a mezzanotte, siamo completamente abbandonati. Questa non è una zona residenziale, ci sono solo negozi: di notte chiunque può delinquere indisturbato. Non ci avevano mai preso di mira, non c'era mai stato nemmeno un furtarello». E ora anche piazza Ferretto, dopo Caberlotto, si sente meno sicura.

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Il Gazzettino