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MESTRE - Stavolta non hanno rubato in chiesa, com’era già avvenuto in passato con relative denunce pubbliche e attivazione di un sistema di videosorveglianza potenziato con telecamere su telecamere. No, questa volta quel ladro solitario ha preso di mira i locali attorno alla parrocchia in un quartiere che, a Mestre, era ancora in qualche modo rimasto pressoché indenne rispetto ai continui raid avvenuti nel resto della città. E così, senza pensarci due volte, don Gianni Antoniazzi, sacerdote della chiesa dei santi Gervasio e Protasio di Carpenedo, ha isolato un fotogramma dei video che hanno ripreso il bandito al “lavoro” e lo ha pubblicato sul settimanale parrocchiale. «Perchè tutta la comunità - sottolinea il sacerdote - deve essere responsabile di quanto avviene nel territorio e non bisogna permettere che la malavita o quella che viene chiamata benevolmente “microcriminalità”, ne prenda possesso».
IL RAID E LA FOTO
Carpenedo è un po’ la Beverly Hills della terraferma veneziana. Il quartiere più “in” dove le case costano un occhio e la malavita che attanaglia il resto di Mestre e Marghera non è ancora di fatto arrivata. Certo, qualche furtarello in chiesa c’è stato, come negli appartamenti, ma che qualcuno avesse preso un tombino per sventrare la vetrata di una pasticceria, per poi proseguire con altri tentati raid in altre attività nella stessa notte, non era mai accaduto. È lo stesso don Antoniazzi a raccontare tutto nel settimanale “Lettera Aperta”, un vero e proprio giornale di otto pagine che arriva in tutte le case del rione: «Alle 3 di notte circa, un giovane incappucciato e con mascherina sul volto, ha preso un tombino e ha spaccato la vetrina della pasticceria Chloè aperta da poco in viale Garibaldi, vicino al Banco San Marco.
COMUNITÀ
E anche la comunità va quindi educata: «Se non ci sentiamo anche noi responsabili di quanto accade agli altri, allora va a finire che la rete sociale non matura, non cresce». Quella dei santi Gervasio e Protasio è la parrocchia che con don Armando Trevisiol, predecessore di don Antoniazzi, ha messo in piedi in città il “sistema” dei Centri don Vecchi per per gli anziani e l’“ipermercato solidale” dedicato ai poveri della città. Una parrocchia che è quindi come una corazzata il cui peso va ben oltre i confini del quartiere di Carpenedo, con don Gianni che, nella primavera del 2021, aveva già preso la decisione di pubblicare la foto di un ladro sorpreso - attraverso le telecamere del circuito interno alla chiesa - a rubare dalle cassettine delle offerte. Ma quello, appunto, era un furto dettato dalla miseria, mentre stavolta il sacerdote ha colto il timore del rione di finire nel vortice del degrado che colpisce buona parte del centro di Mestre. «Da parte nostra esprimiamo piena solidarietà a chi è stato colpito - conclude don Gianni -. Chiediamo a tutti, qualora si vedessero fatti analoghi, pur nel pieno della notte, di chiamare subito le forze dell’ordine. È importante che noi diventiamo quanto più possibili responsabili del nostro territorio: non permettiamo che la malavita ne prenda possesso».
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