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MESTRE - Il processo di revisione più discusso e famoso d’Italia, in questo momento, è quello ai due coniugi Romano, Rosa e Olindo, condannati in via definitiva come autori della strage di Erba dell’11 dicembre 2006. L’udienza, davanti alla Corte d’Appello di Brescia, è fissata per il 1. marzo. Tra dieci giorni, il 24 gennaio, davanti alla Corte d’Appello di Trento si discuterà un’altra istanza di revisione, quella di Monica Busetto, l’operatrice socio sanitaria mestrina condannata, sempre in via definitiva, a 25 anni di carcere per l’omicidio della sua vicina di casa, Lida Taffi Pamio. Che cosa accomuna le due revisioni? In entrambi i casi c’è stata una testimonianza cardine che potrebbe essere stata “indotta” da una eccessiva e reiterata pressione degli inquirenti. «In questi giorni sta facendo scalpore l’interrogatorio di Mario Frigerio - commentano gli avvocati di Monica Busetto, Alessandro Doglioni e Stefano Busetto - testimone della strage di Erba al quale sarebbe stato chiesto per almeno otto volte se avesse riconosciuto Olindo quale soggetto agente, dopo che il medesimo teste aveva dato la descrizione di un soggetto completamente diverso da quello. Solo dopo quelle otto volte Frigerio ha affermato di aver visto Olindo». Nel caso di Monica Busetto la testimonianza chiave è quella di Susanna “Milly” Lazzarini, rea confessa (ad anni di distanza) dell’omicidio che ha chiamato in correità l’oss mestrina. «A Susanna Lazzarini è stato chiesto - proseguono i legali - per 24 volte in 19 momenti diversi, se all’azione omicidiaria abbia in qualche modo partecipato anche Monica Busetto. E solo nei due finali l’ha chiamata in causa. Contestualmente sono state prospettate all’imputata ipotesi puramente teoriche ma idonee a giustificare il protagonismo, la complicità o anche soltanto la presenza nel delitto di Monica. Susanna Lazzarini è stata quindi invitata per 24 volte a meditare su quelle risposte che non risultano compatibili con le prospettazioni dell’accusa».
LE DIFFERENZE
Tolto questo punto, la vicenda giudiziaria di Rosa e Olindo e quella di Monica Busetto ha ben poche analogie.
Il Gazzettino