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MESTRE - Si avvicina l'ora del processo per l'uccisione di Lorenzo Nardelli, il trentaduenne di Salzano, morto nella notte dello scorso 9 agosto per un trauma cranico, con emorragia cerebrale, conseguenza di un "pestaggio brutale", avvenuto all'interno di un ascensore nel condominio Bandiera, in via Rampa Cavalcavia 9, a Mestre.
Il dottor Ludovico Mazzarolli ha consegnato nei giorni scorsi il supplemento di consulenza medico legale rivolta a verificare le lesioni riportate dalla vittima sulle mani, dalla cui analisi è stata esclusa un'azione violenta da parte di Nardelli contro i suoi aggressori, circostanza che rende più difficile il tentativo della difesa di dimostrare che non si sarebbe trattato di una vera e propria aggressione, ma di una zuffa scatenata dal fatto che il trentaduenne di Salzano aveva fatto ingresso per errore nell'appartamento nel quale si trovavano due cugini di nazionalità moldava, Radu e Marin Rusu. Nardelli - trovato positivo ad alcol e farmaci - aveva le mani con i segni tipici di chi ha lottato e sferrato pugni per difendersi; più decisi i segni sulle mani dei cugini Rusu, entrambi positivi all'alcol.
OMICIDIO VOLONTARIO
La coppia di imputati si trova ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario: a loro il sostituto procuratore Stefano Buccini contesta di aver fracassato il cranio di Lorenzo a pugni, calci e sbattendolo contro le pareti della cabina dell'ascensore nella quale erano rimasti rinchiusi tutti assieme.
AGGRAVANTE DELLA CRUDELTÀ
I legali dei due imputati, gli avvocati Luca e Giorgio Pietramala e Jacopo Trevisan, cercheranno di ottenere l'esclusione dell'aggravante della crudeltà per poter percorrere la strada del rito abbreviato, il processo sulla base delle prove raccolte nel corso delle indagini preliminari, senza pubblico dibattimento, che garantisce lo sconto automatico di un terzo della pena in caso di condanna. Altrimenti Radu Rusu e Marin Rusu dovranno comparire di fronte alla Corte d'assise, con accuse che prevedono la pena dell'ergastolo.
La sera del 9 agosto Lorenzo Nardelli aveva imboccato la scala sbagliata del condominio di via Rampa Cavalcavia. Così, invece di entrare nella casa della donna con cui aveva un appuntamento, si era ritrovato sul pianerottolo parallelo, dove si affacciava l'appartamento dei cugini Radu e Marin Rusu che, fatalità, avevano lasciato la porta socchiusa. I due operai di origine moldava erano già alticci e, quando si trovarono davanti l'intruso, gli si scagliarono contro, inseguendolo sul pianerottolo e dunque dentro l'ascensore. I tre non si erano mai conosciuti prima.
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Il Gazzettino