MESTRE - La sostenibilità economica dell'M9 nel prossimo futuro dipenderà dal grado di attrattività del museo del Novecento - e quindi dal suo...
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APERTO DI SERA
Se alle parole seguiranno i fatti una buona notizia per M9 e per tutti coloro che vedono in questa struttura un volano della rinascita non solo culturale ma anche sociale e urbanistica di Mestre. Fondazione Venezia e il braccio strumentale Polymnia del resto stanno lavorando non solo per garantire il successo della parte espositiva del museo ma anche per agganciarsi il più possibile alla città e alla sua trasformazione, sfruttando ad esempio il trend (impetuoso) di crescita del turismo evidentemente legato a Venezia. Non a caso, rispondendo a una sollecitazione del consigliere Costa, il presidente di Fondazione Venezia Giampietro Brunello ha sottolineato di «concordare sul fatto che bisogna intercettare i turisti che pernottano a Mestre» e ha anticipato che «si sta già lavorando per l'apertura del museo in orario serale e notturno». E non occorre essere degli indovini per ipotizzare quale benefica ricaduta potrà avere per il centro di Mestre una struttura così prestigiosa e di richiamo aperta fino a tarda ora.
Parte importante del Consiglio è stata dedicata a come si aprirà M9 sul piano delle esposizioni e alle mostre temporanee. Nei mesi successivi all'inaugurazione si terrà una grande mostra fotografica alla quale seguirà nella primavera 2019 «una mostra su temi inerenti il futuro in collaborazione con la Venaria Reale di Torino». Quest'ultima peraltro doveva essere l'asso nella manica per l'inaugurazione ma non ci sono ormai i tempi tecnici per metterla in piedi.
Ruolo chiave per l'avvio del museo dovrà avere il direttore che si andrà a scegliere, e sulla necessità di individuare una figura di alto livello e prestigio insistono molti consiglieri. Brunello prevede di arrivare al nome del timoniere dell'M9 «selezionando il direttore in una rosa di dieci candidati di chiara fama». A tal fine sarà formato un pool di esperti incaricati per conto di Fondazione di seguire il processo di selezione, coinvolgendo tra gli altri big dello stesso Consiglio generale «quali in ipotesi Michele Bugliesi, Alberto Ferlenga, Angelo Tabaro e Gianni Toniolo ed anche il Consigliere di amministrazione Amerigo Restucci, oltre ad altre competenti figure in relazione al progetto». La scelta del direttore si pone evidentemente come risposta anche ad alcune voci critiche - e non sono mancate - che in Consiglio hanno evidenziato «la mancanza di una strategia di medio periodo» (Paolo Costa), «la necessità di approfondire i contenuti del museo col prof. Guerzoni» (Vasco Boatto), «la mancanza di chiarezza sui contenuti dell'offerta museale» (Luca Marzotto). Secondo quest'ultimo proprio questa indeterminatezza avrebbe condizionato negativamente la vendita degli spazi commerciali. Tutti convinti, in ogni caso, che la sfida, dopo aver investito 110 milioni e passa di euro, è da far tremare i polsi. Anche perchè, come ha evidenziato il Coordinatore del Comitato scientifico Gianni Toniolo che ha pianificato una sorta di road map in vista dell'apertura, «se il museo, (nelle sue parti permanente e temporanea) fosse meno che un grande successo anche il progetto immobiliare e di rinnovo urbano fallirebbe, mettendo in gravi difficoltà la nostra Fondazione».
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Il Gazzettino