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MESTRE - «Non si può morire a pochi metri dalle nostre coste, subito corridoi umanitari e abolizione della legge Bossi-Fini». È stato questo il leit motiv della manifestazione che si è svolta questa mattina, domenica 12 marzo, in piazza Ferretto a Mestre, in ricordo delle 78 vittime del tragico naufragio di Cutro avvenuto due settimane fa. Quasi un migliaio i manifestanti scesi in piazza per chiedere che sia fatta chiarezza sul ritardo dei soccorsi e che le navi della flotta civile siano messe in condizione di effettuare i salvataggi in mare.
Il sit-in è stato organizzato da Mediterranea con altre decine di realtà associative.
«Dietro tutte queste morti ci sono leggi criminali e accordi bilaterali tra i governi – ha spiegato Naomi Pedri Stocco di Mediterranea Saving Humans Venezia – mentre si vuol far ricadere la responsabilità su genitori disperati definiti irresponsabili. Pretendiamo che si intervenga sulle cause dell’immigrazione e di conoscere la verità dietro il naufragio di Cutro».
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Il Gazzettino