Mestre, una rete di condomini per produrre elettricità: «La utilizzeranno per accendere i termosifoni»

Mestre, una rete di condomini per produrre elettricità
MESTRE - Il primo progetto è già pronto. Negli alloggi pubblici di Insula fra via Mutilati del Lavoro, via Pasini e via Tommaseo a Marghera, quando il Comune...

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MESTRE - Il primo progetto è già pronto. Negli alloggi pubblici di Insula fra via Mutilati del Lavoro, via Pasini e via Tommaseo a Marghera, quando il Comune deciderà di finanziare l’operazione, i termosifoni saranno accesi sfruttando energia rinnovabile autoprodotta: 32 appartamenti che, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di sei condomini messi in rete tra di loro, si gioveranno della produzione di 60 chilowatt di energia, costituendo le prime Comunità energetiche rinnovabili in grado di rendere autosufficienti gli immobili di edilizia residenziale pubblica.

L’INCONTRO

L’idea delle prime comunità di Marghera nasce all’indomani di un meeting organizzato a Mestre il 28 gennaio dall’Ordine nazionale dei periti industriali, che ha portato alla firma di un protocollo d’intesa tra Insula, la società di consulenza ambientale, Ancitel Energia e l’Ordine dei periti industriali che ha donato il progetto e un primo impianto fotovoltaico che verrà installato sul condominio al civico 2 di via Mutilati del Lavoro. «Avendo in carico la gestione di 5.444 immobili nel Comune di Venezia mi sono chiesto se fosse possibile avviare in via sperimentale una comunità energetica condominiale – spiega il presidente di Insula Paolo Dalla Vecchia – e abbiamo individuato sei condomini che produrranno circa 10 KW l’uno. La nostra speranza è quella di allargare questo progetto e, dopo aver ammortizzato i costi, rendere autosufficienti i nostri immobili». I dettagli del progetto di creazione delle prime comunità energetiche presenti nel Comune di Venezia sono stati illustrati ieri mattina nella sede di Confindustria Venezia Rovigo al Vega di Marghera durante un convegno dedicato al tema dell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico, organizzato da Insula e dalla stessa Confindustria con il patrocinio del Comune, degli Ordini professionali metropolitani degli ingegneri, degli architetti, dei geometri e dei periti industriali e di Confartigianato Imprese di Venezia. Non trattandosi di una Cer allargata (per costituirla serve un quadro normativo chiaro e definitivo che ancora manca), ma di una comunità energetica rinnovabile di piccole dimensioni, cioè collegata a una cabina elettrica secondaria, quella di Marghera potrà partire in tempi rapidi.

LE PROSPETTIVE

«Quello delle comunità energetiche è un tema fondamentale per il nostro territorio – sottolinea il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – ed il nostro obiettivo deve rivolgersi da subito alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili o con campi eolici ma anche all’autoproduzione con la creazione, ad esempio, di parchi fotovoltaici che potrebbero diventare una soluzione percorribile per gli enti locali. In questo ultimo anno il Comune ha avuto un aumento del costo dell’energia di 17 milioni di euro che siamo riusciti a coprire in bilancio grazie ad una politica di risparmio ma la nostra idea è quella di puntare all’autoproduzione di energia utilizzando spazi ricavati da scuole e palestre. Il passaggio successivo sarà la realizzazione di parchi fotovoltaici in aree dismesse, magari con la produzione di idrogeno, che potrà essere utilizzato come fonte energetica anche per i privati». «Anche le nostre aziende private devono essere efficientate e le comunità energetiche possono rappresentare un nuovo mercato libero e aperto in cui si può acquistare energia da chi ne ha in eccedenza – osserva Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia Rovigo - ma per realizzare tutto questo è necessario che ci sia una pianificazione della pubblica amministrazione per fare in modo che questo modello a funzioni nel tempo e non sia solo una forma di green washing». 

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Il Gazzettino