Mestre. Madre tenta di uccidere la figlia a martellate: lite per il vaccino anti Covid Cosa è successo

Mestre. Madre tenta di uccidere la figlia a martellate
MESTRE - Candidamente, mentre stava rimettendo a posto il proprio appartamento in via Mascheroni 2, agli agenti della squadra volanti che le chiedevano perché avesse...

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MESTRE - Candidamente, mentre stava rimettendo a posto il proprio appartamento in via Mascheroni 2, agli agenti della squadra volanti che le chiedevano perché avesse colpito tre volte alla testa sua figlia Alessandra Serena, 57 anni, con una mazzetta da muratore, Giuseppina Salvalaio, 81 anni, ha risposto: «Perché volevo ucciderla». Poche parole pronunciate con calma e una sorta di distacco che hanno spinto i poliziotti a contestarle l'accusa di tentato omicidio e chiedere - ottenendoli - gli arresti domiciliari nello stesso appartamento in cui domenica pomeriggio si stava per consumare una tragedia legata alla convivenza forzata.

Tenta di uccidere la figlia in smart working

Oggi, con l'udienza di convalida dell'arresto di fronte al giudice per le indagini preliminari, si vedrà se l'impianto accusatorio cristallizzato dagli agenti delle volanti e del commissariato di Mestre, reggerà. O se la versione che l'ottantunenne fornirà al gip potrà in qualche modo cambiare il suo orizzonte giudiziario. Certo è che l'indagine è finita, chiusa con le parole di una madre accusata di aver voluto uccidere la figlia. Il movente è da cercare in una lite che mamma e figlia avevano avuto attorno all'ora di pranzo.

La lite per il vaccino anti Covid

Terreno di scontro era stata la volontà della figlia, dipendente Enel a Mestre, in continuo smartworking e con la ferma volontà di non vaccinarsi contro il coronavirus. Una decisione ferma e irrevocabile da parte della figlia che scaricava sull'anziana madre tutte le incombenze della gestione della casa facendo nascere, così, una tensione sempre più crescente esplosa nella litigata diventata irreversibile nel primo pomeriggio di domenica, alle 14.30. Prima le parole, forti, gridate ad alta voce, tanto da mettere in allarme i vicini. Urla che in breve si sono trasformate in violenza cieca quando l'ottantunenne ha afferrato una mazzetta da muratore e approfittando di una distrazione della figlia, l'ha colpita alla nuca per tre volte. Ferita ma ancora in grado di scappare, la cinquantasettenne è corsa in strada cercando aiuto e trovandolo nei vicini di casa che, per primi, hanno chiamato il 113 e poi il Suem 118. Quando i medici sono arrivati in via Mascheroni - una laterale di via Bissuola - hanno soccorso la donna, ricoverata per tutta la giornata di domenica all'ospedale dell'Angelo nel reparto di Osservazione breve intensiva e dimessa poi ieri pomeriggio. Le visite e gli approfondimenti medici infatti hanno dimostrato come le ferite alla testa non solo non l'avessero messa in pericolo di vita ma non erano nemmeno tali da portare a un ricovero prolungato. Forte, comunque, lo choc subito dalla cinquantasettenne che ora si trova in un appartamento di parenti a Mestre.


L'ESASPERAZIONE

Mentre nel piazzale di fronte alla palazzina i medici del Suem si sono presi cura della vittima, gli agenti della questura hanno raggiunto la donna all'interno dell'appartamento. Giuseppina Salvalaio era tranquilla, stava mettendo in ordine ed è stata lei a ricostruire tutti i capitoli della storia. Ha detto che il rapporto con la figlia era sempre stato sereno, che non c'erano mai stati motivi di tensione ma che lei era esasperata non solo dal fatto che la figlia stesse lavorando da casa ma soprattutto dalla sua volontà di non volersi sottoporre alla profilassi di vaccinazione, mettendo così a rischio il suo stesso lavoro e obbligando la madre a pensare a ogni cosa da fare in casa. A scatenare la sua violenza, l'ennesimo muro.

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Il Gazzettino