Liceo Made in Italy "bocciato" dall'Istituto Stefanini di Mestre, il senatore Speranzon: «Peccato era una grande opportunità»

Liceo Made in Italy "bocciato" dall'Istituto Stefanini di Mestre, il senatore Speranzon: «Peccato era una grande opportunità»
MESTRE - «Niente liceo del Made in Italy? Peccato era una grande opportunità». Raffaele Speranzon, senatore vice capogruppo vicario di Fratelli d'Italia a...

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MESTRE - «Niente liceo del Made in Italy? Peccato era una grande opportunità». Raffaele Speranzon, senatore vice capogruppo vicario di Fratelli d'Italia a Palazzo Madama, commenta così la notizia della bocciatura all'unanimità del nuovo indirizzo, arrivata dal collegio dei docenti del liceo Stefanini, sottolineando che la sperimentazione proposta dal Ministero forniva solo le discipline per il primo biennio, e non quelle per il triennio successivo.

Il commento di Speranzon

Un "salto nel buio" che, però, per il senatore di FdI valeva la pena di tentare: «Affrontare una sfida che guarda al futuro delle nuove generazioni, offrendo loro l'opportunità di fare scuola in modo nuovo e proiettato al mondo del lavoro guardando le eccellenze culturali e produttive dell'Italia era una grande opportunità - riprende Speranzon -. Per la nostra città questa era un'occasione per essere pionieri di un nuovo modo di fare scuola, di sperimentare la validità della formula Liceo Made in Italy. Invece ci troviamo davanti a tante perplessità che spero non siano viziate da preconcetti ideologici o politici che nulla hanno a che fare con la formazione, se non avvelenare il pozzo della cultura che deve rappresentare una scuola».

E il senatore veneziano difende il progetto del Ministero dell'Istruzione: « L'obiettivo del Liceo del Made in Italy è costruire competenze che permettano ai ragazzi di oggi di diventare domani gli alfieri delle nostre eccellenze nazionali che il mondo ci invidia. Togliere questa opportunità che mira, rafforzando determinati percorsi formativi, a creare i profili non solo operativi ma anche manageriali necessari ai distretti industriali e produttivi italiani, non mi pare lungimirante. Una miopia che ricadrà sui giovani»

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Il Gazzettino