La morte di Andrei, il ritratto: «Un ragazzo d'oro con la passione degli scacchi. Troppo maturo per la sua età»

La morte di Andrei, il dolore degli amici: «Un ragazzo d'oro con la passione degli scacchi. Troppo maturo per la sua età»
MESTRE - «Era un ragazzo molto dotato, davvero bravo, mi è dispiaciuto molto quando ha smesso di giocare perché se avesse continuato avrebbe potuto ottenere...

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MESTRE - «Era un ragazzo molto dotato, davvero bravo, mi è dispiaciuto molto quando ha smesso di giocare perché se avesse continuato avrebbe potuto ottenere grandi risultati». Veronika Goi, scacchista e dirigente sportiva italiana, nonché campionessa italiana nel 1997, ricorda il giovane Andrei Boicenco, il ventenne di origini russe, morto annegato nel Lago Morto sopra Vittorio Veneto. Il ragazzo aveva fatto parte dell'associazione Capablanca di Mestre: una vera e propria scuola di scacchi ma anche un doposcuola per ragazzi interessati alla disciplina a tutti i livelli, che organizza anche eventi internazionali.

Il ricordo

Andrei, come ricorda Veronika, era di casa nell'associazione, almeno fino a qualche anno fa: «Ha cominciato a giocare a scacchi quando andava alle elementari, nel suo Paese d'origine hanno una grande tradizione, so che giocava molto anche in famiglia. Aveva talento, aveva partecipato anche a tornei e campionati scolastici, sempre attraverso l'associazione. Quando era andato alle medie - aveva frequentato la scuola Giuseppe Volpi di Favaro - aveva smesso di giocare e ho sempre pensato che fosse davvero un peccato. Era bravo e avrebbe potuto continuare, mi è dispiaciuto non vederlo più».

Le passioni che cambiano, come è normale durante l'adolescenza, i percorsi di vita che si dividono e portano a prendere altre strade: «Faceva parte di un bel gruppetto di ragazzi che frequentavano il circolo, molti di loro sono ancora con noi dall'infanzia e alcuni sono rimasti comunque in contatto con Andrei ma lui aveva preso altre strade, non più compatibili con il percorso scacchistico. So che praticava anche altri sport. Erano anni che lo vedevamo solo in paese. Ho sempre saputo che aveva una situazione un po' delicata, forse anche quello ha influito sulla sua decisione di abbandonare gli scacchi e prendere altre strade. Viveva a Mestre con la mamma e un fratello più piccolo, verso il quale è sempre stato molto protettivo». Un'infanzia non facile per Andrei, che aveva dovuto imparare a fare affidamento sulle proprie forze fin da ragazzo e che aveva capito già molto giovane che la vita poteva essere molto più difficile e insidiosa di una partita a scacchi. «Era un bravissimo ragazzo, molto gentile e a modo, anche troppo maturo per la sua età: la sua situazione familiare lo aveva portato a crescere molto in fretta. Anche per questo era molto attaccato alla famiglia e protettivo col fratello».

La tragedia che ha colpito Andrei, scivolato dal materassino sul quale si trovava sul lago e trascinato sul fondo dalle correnti, ha lasciato attoniti anche i tesserati dell'associazione Capablanca, nonostante non lo vedessero da diverso tempo. «Aveva smesso di giocare da anni, quindi non lo vedevamo da un po', ma è una notizia che lascia davvero senza parole», continua Goi. «Una tragedia. Resta il rimpianto per un ragazzo che aveva un buon talento negli scacchi e che era una brava persona».

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Il Gazzettino