Mestre. Idraulico compra strumenti online e invia 7500 euro rispondendo a una mail: ma è una truffa e perde tutto

Idraulico compra strumenti online e invia 7500 euro rispondendo a una mail: ma è una truffa e perde tutto
MESTRE - Aveva ordinato del materiale idraulico attraverso il sito online di un rivenditore specializzato. Ma, al momento del pagamento, qualcuno è riuscito ad inserirsi...

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MESTRE - Aveva ordinato del materiale idraulico attraverso il sito online di un rivenditore specializzato. Ma, al momento del pagamento, qualcuno è riuscito ad inserirsi nelle comunicazioni telematiche intrattenute con il negozio inviandogli una “falsa” mail con l’indicazione di diverso un codice Iban sul quale accreditare la somma dovuta, pari a oltre 7500 euro


Un idraulico settantenne di Mestre è così rimasto vittima di truffa, da lui scoperta soltanto a distanza di qualche giorno quando, non vedendo arrivare la pompa di calore che aveva ordinato, contattò telefonicamente il call center del sito di e-commerce, con sede in Lombardia, per sentirsi dire che il pagamento non era mai stato ricevuto, che l’indirizzo mail dal quale aveva ricevuto la comunicazione non era quella del negozio e che l’Iban presso il quale era stato effettuato il versamento non corrispondeva a quello del negozio online.
L’indraulico mestrino, assistito dall’avvocato Daniele Costantini, ha quindi sporto querela sollecitando l’apertura di un’inchiesta penale, per poi chiedere al tribunale civile di Venezia un provvedimento di sequestro nei confronti della giovane donna napoletana risultata titolare del conto corrente riferito al codice Iban truffaldino. 

IL SEQUESTRO

Su quel conto corrente, aperto presso un istituto bancario di Milano, erano depositati appena 3 euro, ma le ricerche effettuate dall’avvocato Costantini hanno consentito di scoprire un altro conto corrente intestato alla stessa signora, presso le Poste, nel quale il deposito era più consistente: la giudice Maria Carla Quota, del Tribunale civile di Venezia, ha concesso il sequestro su qualsiasi bene mobile, immobile o credito appartenente alla ventiquattrenne finita sotto inchiesta, fino alla concorrenza della somma di 20 mila euro. 


Nel frattempo proseguono le indagini, effettuate dalla Polizia postale che sta cercando di capire come i truffatori siano riusciti ad inserirsi nella comunicazione mail intrattenuta tra venditore ed acquirente. Quanto alla giovane intestataria del consot corrente, molto probabilmente è una semplice “testa di legno” che ha accettato, dietro compenso, di aprire quel conto su incarico dei veri truffatori. Prima di effettuare pagamenti online, consigliano le forze dell’ordine, è opportuno sempre verificare la correttezza dei dati ricevuti via email. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino