Giuditta di Klimt offerta per pagare il Bosco dello Sport, l'assessore Boraso: «Una provocazione contro i tafazzisti della sinistra»

Giuditta di Klimt offerta per pagare il Bosco dello Sport, l'assessore Boraso: «Una provocazione contro i tafazzisti della sinistra»
MESTRE - Giuditta, giovane vedova ebrea, salvò il suo popolo dall’assedio dell’esercito assiro fingendo di volersi alleare con il nemico e uccidendo, invece,...

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MESTRE - Giuditta, giovane vedova ebrea, salvò il suo popolo dall’assedio dell’esercito assiro fingendo di volersi alleare con il nemico e uccidendo, invece, con le proprie mani il generale Oloferne. La Giuditta II di Gustav Klimt ha contribuito a salvare il bilancio del Comune di Venezia nel 2015, il primo anno a guida centrodestra, e adesso Renato Boraso ci riprova, brandendo il quadro per salvare il Bosco dello Sport. In realtà il buco di 130 milioni di euro nelle casse pubbliche fu coperto da interventi messi in atto dall’assessore al Bilancio Michele Zuin e dal sindaco Luigi Brugnaro ma l’assessore alla Mobilità è convinto che la sua proposta provocatoria, quella volta, portò fortuna.

L’OPERA

Il quadro dipinto del 1909 dall’artista austriaco, è uno dei gioielli di Ca’ Pesaro, la Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia, e nel 2015 valeva tra i 70 e i 90 milioni di euro che oggi saranno aumentati e potrebbero coprire i 93,5 milioni di euro del finanziamento che dovrebbe arrivare a Venezia tramite il Pnrr per realizzare il Bosco dello Sport a Tessera, ma che la Comunità Europea intende bloccare (assieme a quello per la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze) perché non sarebbero opere di rigenerazione urbana e dovrebbero essere realizzate in compartecipazione con fondi privati. I 93,5 milioni di euro del Pnrr sono parte dei 308 milioni di euro complessivi necessari per realizzare lo stadio e un’arena-palasport all’interno di un’area verde. La nuova proposta di vendere la Giuditta di Klimt è stata lanciata nei giorni scorsi, con grande rilievo, da un quotidiano locale ma Boraso ribadisce che era solo una provocazione, uno scherzo come lo scorso primo di aprile quando aveva rispolverato il progetto della sublagunare affidato a un improbabile architetto giapponese Miura Nasai: «Ho animato la discussione sulle tavole di Pasqua e Pasquetta. Il Klimt resta a Venezia. Anzi, ad essere sinceri ora è al Mart di Rovereto, prestato nell’ambito di una stretta collaborazione tra i due musei. Tornerà presto a Ca’ Pesaro». Sul Bosco dello Sport, piuttosto, l’assessore comunale alla Mobilità se la prende con i «tafazzisti del centrosinistra che sono contenti se i soldi del Pnrr non arrivano e il Bosco non si fa. Purtroppo non considerano che uno dei miei più grandi difetti è che sono il consigliere comunale più anziano della città e mi ricordo benissimo le Varianti approvate ai tempi dei sindaci Cacciari e Costa che avevano piazzato un milione di metri cubi di cemento su quell’area di Tessera, cemento per edifici commerciali, alberghi, foresterie, residenze. E non considerano che noi, invece, quel milione di metri cubi li abbiamo tolti e a Tessera abbiamo previsto 76 milioni di metri quadrati di bosco attorno alle strutture sportive. Una bella differenza mi pare». Boraso, insomma, continua a spararle e poi dice che sono provocazioni o scherzi, oppure arrabbiature come quando a fine marzo se l’è presa con l’Ulss 3 per le ore di attesa al pronto soccorso dell’Angelo cui era stato costretto il padre ottantenne. 

I PROBLEMI DEI CITTADINI

«Sono problemi che riguardano tutti i cittadini, non solo mio padre, e se posso dargli voce lo faccio. Lo stesso vale per il Bosco dello Sport, un’opera che è a beneficio non solo del Comune di Venezia ma di un territorio molto più vasto. La gente deve ringraziare le amministrazioni precedenti per i mostri delle aree Auchan, Valecenter e Romea con la Nave De Vero. Io sto facendo piste ciclabili ovunque, e sto ricucendo quelle che avevano interrotto loro. Venti giorni fa abbiamo fatto decadere tutte le aree commerciali che ancora si potevano realizzare, ma per i tafazzisti è un bene che l’Europa ci tolga i finanziamenti per il Bosco».

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Il Gazzettino