Mestre. Furti nelle chiese, i preti diventano "detective": «Dobbiamo difenderci»

Allarme furti nelle chiese, i preti diventano "detective": «Dobbiamo difenderci»
MESTRE - «I furti nelle chiese sono un problema sempre più grave. Pubblicare le immagini dei ladri può essere una mossa utile per sensibilizzare la gente su...

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MESTRE - «I furti nelle chiese sono un problema sempre più grave. Pubblicare le immagini dei ladri può essere una mossa utile per sensibilizzare la gente su cosa succede e per alzare la guardia». Tra i parroci cittadini cresce la preoccupazione per i balordi che cercano di rubare dalle cassettine delle offerte o nelle borse lasciate incustodite durante le messe. Sabato scorso don Roberto Donadoni ha denunciato il fenomeno dei finti sordi che truffano fedeli e turisti nelle parrocchie della comunità marciana a Venezia, condividendo la scelta fatta da altri preti, da don Marco Scaggiante in via Piave e a Santa Rita al Piraghetto, più di recente, a don Gianni Antoniazzi a Carpenedo, di mostrare pubblicamente, tramite i foglietti parrocchiali, le immagini ricavate dai sistemi di videosorveglianza.

LA SORVEGLIANZA

«Noi non abbiamo le telecamere, ma ci siamo organizzati perché in chiesa ci sia sempre qualcuno a sorvegliare. Più volte il sacrista ha dovuto allontanare o rincorrere questi malviventi dice don Gianni Bernardi dal Duomo di piazza Ferretto. Raccomandiamo sempre di tenere la massima attenzione perché anche una semplice distrazione, per il tempo di andare a fare la comunione o per accendere una candela, può bastare per essere derubati». «Dopo sette colpi abbiamo detto basta e messo la videosorveglianza, fornendo sempre le immagini alla polizia spiega don Lio Gasparotto da Catene . Pubblicarle? Può starci, nel tempo in cui si pubblica tutto, perché bisogna anche difendersi. Anche l'altro giorno un balordo dormiva e ha fatto i suoi bisogni in chiesa».
Don Francesco Marchesi, parroco a Favaro, lo denuncia chiaramente: «Noi parroci siamo sempre più esposti. Ne vediamo e subiamo di tutti i colori e questo dovrebbe essere un problema che interroga la società civile. Dopo vari episodi abbiamo cambiato le cassettine mettendone di più sicure. Purtroppo non abbiamo le telecamere e siamo costretti a tenere chiusa la chiesa durante la pausa pranzo».

Fortunatamente non va male dappertutto. «Noi siamo una zona dove la gente si parla e attua un controllo sociale racconta don Valter Perini da Santa Barbara, alla Gazzera . È chiaro che ci sono dei quartieri più caldi e problematici dove è venuto meno il senso di appartenenza. Capisco la decisione di alcuni confratelli di pubblicare le immagini dei ladri». «Noi siamo periferia afferma don Massimo Cadamuro da Campalto e qui bisogna venire apposta per rubare. Siamo un po' un'isola tranquilla rispetto a realtà più centrali e frequentate, ma anche noi abbiamo le nostre: tante famiglie e anziani in questo periodo mi stanno segnalando le truffe telefoniche. È bene vigilare anche su questo».

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Il Gazzettino