Fuga di gas nell'alloggio "bangla", polizia locale evita l'esplosione

(Foto di repertorio)
MESTRE - L'odore di gas era percepibile già dalle scale e si è fatto sempre più intenso una volta che la pattuglia del Nucleo Polizia edilizia della...

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MESTRE - L'odore di gas era percepibile già dalle scale e si è fatto sempre più intenso una volta che la pattuglia del Nucleo Polizia edilizia della Polizia locale è entrata nell'appartamento. Se gli agenti fossero giunti più tardi il rischio di un'esplosione sarebbe diventato di minuto in minuto sempre più consistente. Grazie all'intervento della Polizia locale, seguito da quello dei vigili del fuoco, invece, tutto è tornato sotto controllo. Il sopralluogo è scattato poco prima delle 9 di stamattina, 5 ottobre, quando la pattuglia ha raggiunto un palazzo di via Marcon, in centro a Mestre, per un controllo a contrasto di degrado e sovraffollamento in unità abitative. Fin da subito è stato percepito l'odore di gas, poi rivelatosi metano. Gli operatori sono entrati con cautela nell'appartamento su cui avevano concentrato l'attenzione, mentre tutti gli occupanti, originari del Bangladesh, dormivano profondamente. L'odore acre si faceva sempre più acre avvicinandosi alla cucina dell'abitazione: gli agenti hanno spento le luci della stanza e hanno chiuso il rubinetto del contatore del gas, contenuto in un mobiletto. Dopodiché hanno aperto le finestre per aerare i locali, invitando i residenti a uscire in strada.


A quel punto sono stati allertati i vigili del fuoco per un sopralluogo. I pompieri, giunti in pochi minuti, attraverso un dispositivo portatile ad hoc hanno certificato la presenza di metano e hanno identificato il punto della fuga nel tubo di raccordo tra il rubinetto del metano, fissato a muro e privo di comando di chiusura, e il fornello della cucina. Visto e considerato che in quel momento non c'erano possibilità di bloccare la fuoriuscita di gas, i vigili del fuoco hanno intimato agli occupanti di non aprire per nessun motivo il rubinetto del contatore finché un tecnico specializzato non avesse sistemato il condotto danneggiato per evitare così ulteriori dispersioni e scongiurare il rischio di un'esplosione.


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Il Gazzettino