Mestre. La parrocchia va controcorrente, festa di Halloween per i bambini. Il sacerdote: «Battezziamo questa festa»

Mestre. La parrocchia va controcorrente, festa di Halloween per i bambini. Il sacerdote: «Battezziamo questa festa»
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MESTRE - Da una parte - come nel caso riportato mercoledì dal Gazzettino - ci sono “parroci-esorcisti” come quelli di San Stino che lanciano invettive contro la notte di Halloween, dall’altra (e qui siamo a Mestre) c’è la festa delle zucche, streghe e fantasmi organizzata direttamente in parrocchia. Proprio così, martedì prossimo, 31 ottobre, nel patronato della chiesa dei santi Gervasio e Protasio, è in programma “Halloween a Carpenedo”, rivolta ovviamente a bambini e ragazzi delle medie, ma pur sempre una festa di Halloween che non è proprio una ricorrenza riconosciuta dalla Chiesa, come ricorda il teologo Alberto Peratoner sul settimanale della diocesi “Gente Veneta” in distribuzione da ieri. Ma don Gianni Antoniazzi, parroco di Carpenedo, difende comunque la scelta «perché - spiega - è meglio far fare festa qui ai ragazzi piuttosto che vadano a far danni in giro». E perché, aggiunge, «queste cose ormai è meglio provare a “battezzarle”».

LA PARROCCHIA

L’appuntamento in patronato è per martedì alle 17. «Ci sarà la presenza di un “mago” e l’esibizione di scuole di danza. Ci saranno caramelle per i bambini e un “ristoro” pensato per gli adulti. Siccome abbiamo bisogno di far festa, ed è bene farla insieme e in un ambiente sicuramente famigliare, invito chi vuole e chi può ad unirsi» ha scritto don Gianni sul foglio parrocchiale “Lettera aperta”. E il sacerdote aggiunge al Gazzettino: «Siamo sereni e tranquilli. Non vedo grandi differenze tra questa festa e il carnevale di Venezia, o la festa del Redentore che ormai ha eccessi cento volte oltre quello di Halloween. É un fenomeno che ha preso piede e che anch’io all’inizio ho fortemente contrastato. Non sono affatto di spirito anglosassone, ma di spirito fortemente latino». E prosegue il sacerdote di Carpenedo: «La proposta è partita dai laici presenti in parrocchia e noi diamo la disponibilità degli spazi del patronato. Togliere questa festa non si può, vediamo allora come si può indirizzare, mostrando ai ragazzi che la vita della parrocchia si esprime anche con un linguaggio che li assorba. Se poi andassimo a vedere le origini di alcune celebrazioni cristiane avremmo delle grandi sorprese, come non possiamo nascondere ci sono feste cristiane degenerate peggio di Halloween, ma le celebriamo ugualmente».

LA DIOCESI

Don Marco Zane, direttore di “Gente Veneta” e della Pastorale delle Comunicazioni sociali del Patriarcato, fa invece suo l’intervento del teologo Peratoner che parla del fenomeno della deculturazione, cioè della “perdita di un dato, un’esperienza, una pratica di rilevanza culturale, spesso a vantaggio di qualcosa che va a sostituirvisi”. «Il problema principale di Halloween - sostiene il teologo - è, col suo collocarsi a ridosso delle celebrazioni dei Santi e dei Defunti, di porsi in sostituzione al vissuto cristiano di questi due preziosissimi e intensi momenti celebrativi dell’Anno liturgico. Che, anziché sciupati e dispersi attraverso un fattore di diversione e distorsione come questo, andrebbero invece riscoperti nella loro luminosa bellezza». «Non serve nemmeno ricordare i risvolti commerciali di Halloween - aggiunge don Marco Zane -. In questo tempo ogni comunità cristiana è chiamata ad annunciare la comunione dei Santi e poi a pregare a suffragio dei nostri defunti, alla luce della resurrezione di Cristo, forza della speranza cristiana». Chiaro, ma le feste di Halloween nelle parrocchie le aveva mai sentite? «No, questa mi giunge nuova».

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Il Gazzettino