Mestre. Le due torri "grattacielo" della stazione da 80 milioni di euro al palo, slitta l'accordo sugli edifici che cambierebbero il volto di via Piave

Le due torri "grattacielo" della stazione da 80 milioni di euro al palo, slitta l'accordo sugli edifici che cambierebbero il volto di via Piave
MESTRE - Partono i lavori per la nuova stazione ferroviaria e la piastra sopraelevata che collegherà Mestre con Marghera, ma manca un pezzo da 80 milioni di euro....

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MESTRE - Partono i lavori per la nuova stazione ferroviaria e la piastra sopraelevata che collegherà Mestre con Marghera, ma manca un pezzo da 80 milioni di euro. L'Accordo di programma che fa partire l'operazione prevede, infatti, anche le due torri "grattacielo" a fianco della stazione, oltre al nuovo quartiere sul lato Marghera. Se, però, l'investimento da 100 milioni di euro del gruppo Salini Impregilo Cediv sembra sulla buona strada per venire realizzato sui 6 ettari tra via Ulloa, via Paolucci, la Cita e la bretella della Carbonifera, le due torri sono scomparse dai radar. Come abbiamo annunciato domenica, le Ferrovie stanno partendo con i cantieri, ma il resto dell'Accordo di programma siglato con il Comune e Sistemi Urbani e approvato dal Consiglio comunale resta mezzo bloccato. E non gli mancano piccoli dettagli, perché le due torri alte 100 metri da 20 o 25 piani e collegate da una piastra commerciale con sopra un giardino pensile comportano un investimento da 80 milioni di euro e sono capaci, da sole, di cambiare il volto della parte iniziale di via Piave, una delle aree più degradate di Mestre.

IL GROVIGLIO DELLE AREE

Il bello è che un pezzetto delle aree sulle quali dovrebbe svilupparsi l'intervento edilizio è di proprietà delle Ferrovie dello Stato che le avevano acquistate nel 2019 dal Demanio militare. A quell'epoca già sapevano che sul terreno occupato dall'edificio abbandonato delle ex Poste c'è un progetto dell'imprenditore tedesco Michael Kluge per realizzare, appunto, le due torri. Kluge, il costruttore dell'ostello AO di via Ca' Marcello e fondatore dell'omonimo Gruppo che nel 2017 ha venduto a un fondo americano per 320 milioni di euro, nel 2017 aveva acquistato l'edificio ex Poste, a fronte dell'assicurazione comunale che l'Accordo di programma fosse pronto per la firma entro fine luglio 2017, perché intendeva inaugurare le torri per il 2019. Poi la burocrazia e i tempi tecnici hanno posticipato di anni quella data; l'Accordo, infatti, è stato approvato dal Consiglio comunale a luglio del 2019. L'Amministrazione Brugnaro ha sempre sostenuto il progetto, e quando Kluge nel 2019, stanco di aspettare, annunciò di voler abbandonare l'impresa, l'assessore all'Urbanistica, Massimiliano De Martin, lo aveva invitato a ritornare sui suoi passi: «Lo aspettiamo a braccia aperte. Non voglio nemmeno pensare che questo progetto non vada avanti, è troppo importante per la città». Il problema, dunque, è con le Ferrovie. Il progetto dell'architetto Sandro Bisà, per essere realizzato, ha bisogno, oltre che dello spazio occupato dall'ex Poste, delle due piccole aree a fianco (quella a destra che ospita la Polfer e il sindacato Orsa, e l'altra a sinistra, un tempo caserma dei carabinieri) di proprietà, appunto, delle Ferrovie.

LE CUBATURE

L'Accordo di programma prevede che la cubatura dell'ex Poste venga spostata verso il piazzale dei bus permettendo alle Ferrovie di riunire i suoi due lotti e di metterli in vendita. Michael Kluge contava di poter acquistare quelle due aree, le Ferrovie, invece, nel 2019 decisero di venderle con un bando pubblico per ricavare il massimo del profitto; per farlo, però, dovevano ottenere che Kluge spostasse la sua proprietà a sinistra permettendo loro di riunire i due lotti. Kluge è ancora in attesa di quel bando per poter partecipare, e ormai siamo nel 2024. L'ideale, anche per evitare il più possibile disagi alla viabilità, sarebbe stato di far partire i cantieri assieme, quelli per la stazione e la piastra sopraelevata e quelli per le due torri. E invece, a quanto pare, questo non avverrà, e la riqualificazione urbanistica dell'intera area a sud di via Piave rischia di rimanere monca.

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Il Gazzettino