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MESTRE - Avevano chiuso alle 17, come da orario, liberando le stanze del “Drop in” dove tossicodipendenti e sbandati passano quotidianamente assistiti dagli operatori del Comune. E, a quell’ora di mercoledì pomeriggio, è arrivata l’operatrice della cooperativa che si occupa delle pulizie del servizio comunale di via Giustizia. Passa solo mezz’ora e, mentre la donna sta sistemando i locali, un gruppetto di sbandati scavalca il cancello e riesce a forzare una delle porte del Drop-in, entrando all’interno. E comincia l’incubo.
DONNA AGGREDITA
Sono in tre, forse quattro - la ricostruzione non è ancora chiara – e, quando si accorgono della donna, se si avvicinano e iniziano a spintonarla brutalmente. «Dacci i soldi, dacci i soldi» le dicono mentre lei cerca di ritrarsi. La strattonano, poi la prendono per i capelli. Lei è terrorizzata ma poi, fortunatamente, succede qualcosa che le dà il tempo di estrarre il cellulare dalla tasca e chiamare la collega che sta lavorando negli uffici vicini sempre del Comune, quelli dell’assessorato all’Ambiente, che comunicano con il Drop-in attraverso una corte interna. Chiede aiuto, e la collega accorre immediatamente assieme ad una dipendente comunale che, fortunatamente, era ancora in ufficio.
LA COOPERATIVA
«Rispetto allo spiacevole episodio che ha coinvolto la nostra collega ci siamo preoccupati innanzitutto di verificare il suo stato di salute e ci siamo attivati, in collaborazione con le Istituzioni, per evitare che episodi di questo tipo si ripetano in futuro» fanno sapere dalla Colser, la società cooperativa che si occupa delle pulizie per conto del Comune.
I dipendenti dell’autofficina che confina con il Drop-in troveranno poco dopo il blocchetto della serratura da poco forzata gettato a bordo strada. «Non ci siamo accorti di quanto è successo, ma per tutto il giorno avevamo sentito urlare dal Drop-in». Ed è andata proprio così, perché questo è ormai il servizio più sotto pressione di tutta la città. Nella giornata di mercoledì si sarebbero contate tre risse all’interno degli spazi che non bastano più a contenere tutti i tossicodipendenti che, altrimenti, girerebbero per la città.
SOTTO PRESSIONE
Nei primi giorni di questa settimana si sono contati circa 80 “contatti” al giorno (e per contatti si intendono persone che entrano, bevono qualcosa di caldo, si riposano, fanno una doccia o utilizzano i servizi, sostando quindi anche per diverse ore) e nei giorni di pioggia si sarebbe arrivati anche a 90, con una presenza contemporanea anche di 40 tossicodipendenti. Il tutto con appena tre o quattro operatori in servizio, e in due stanze dove sono state perfino tolte le poltrone perché “occupavano troppo spazio e chi si sedeva prendeva sonno restando lì per tutto il giorno”. E il numero degli utenti continua ad aumentare perché, oltre ai frequentatori storici, in questi primi mesi del 2024 se ne stanno aggiungendo anche di nuovi che arrivano in via Giustizia da altri Comuni: dal Miranese come da Treviso, fino a Castelfranco, perché a Mestre la droga si trova dietro l’angolo, e solo qui ci sono servizi come il Drop-in. E chissà cosa succederebbe se non ci fosse.
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