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MESTRE - C'è chi non vede l'ora di andare in pensione, e di anni magari ne ha solo una sessantina. E chi, invece, decide di restare al lavoro anche oltre, ben oltre il momento di cambiare vita dedicandosi, per esempio, ai nipoti. È quello che ha già deciso di fare una decina di medici di medicina generale dell'Ulss 3 Serenissima i quali, alla soglia dei 70 anni, hanno comunicato la loro disponibilità a restare in servizio per un altro biennio, arrivando all'età-record di 72 anni. Una disponibilità che, di fronte alla carenza di medici sulla piazza, l'Ulss ha già accolto a braccia aperte confermandoli fino al 2025 o addirittura al 2026.
DECRETO MILLEPROROGHE
Tutto parte dall'ultimo decreto Milleproroghe che ha reso possibile per i medici questa opzione fino al dicembre 2026, ponendo due sole condizioni: l'assenza di personale medico convenzionato collocabile (e su questo non ci piove) e la disponibilità da parte dell'interessato.
QUELLI CHE RESTERANNO
Resteranno così in lavoro per altri due anni i dottori Luciano Niero (fino al 26 marzo 2025) di Zelarino, Omero Gambaro (fino al 19 settembre 2025) di Trivignano, Giuliano Ziani (fino all'8 dicembre 2025) in servizio a Marghera, Francesco Stevanato (fino al 18 gennaio 2026) di Spinea, Nello Boschiero (30 marzo 2026) di Zelarino, Ilario Neri (24 ottobre 2025) in servizio a Stra, Dario Ballarin (1° aprile 2026) in servizio a Mira, Angelo Collura (9 giugno 2026) di Chioggia, Antonio Vesco (19 settembre 2026) di Mirano e, infine, il pediatra Vito Francesco D'Amanti (fino all'8 gennaio 2026) con ambulatorio a Camponogara.
«Mi complimento con i colleghi che restano con entusiasmo a lavorare, ma stiamo attenti a mantenere l'attività in condizioni organizzative sicure - commenta Maurizio Scassola, segretario Fimmg del Veneto e di Venezia, la Federazione dei medici di medicina generale -. Le responsabilità stanno aumentando costantemente e sono preoccupato del carico di lavoro a cui dovranno far fronte ad un'età così avanzata. La verità è che stiamo tamponando delle falle evidentissime accumulate in questi ultimi anni, senza vedere all'orizzonte soluzioni chiare da parte della Regione. Il tutto con una prospettiva, quella del 2025, in cui andrà in pensione un terzo dei medici di medicina generale, mentre i giovani medici non ci sono, oppure fuggono scegliendo altre specializzazioni». E conclude Scassola: «Questi medici che resistono fino a 72 anni sono un'eccezione, come quella di aver accettato fino a 1800 pazienti per medico. Queste non sono altro che dimostrazioni di buona volontà da parte della nostra categoria, mentre servono una riorganizzazione complessiva e finanziamenti per aiutare quel 40 per cento dei medici di famiglia che ancora oggi lavora da solo, senza personale infermieristico e amministrativo. Così, invece, si costringono solo i medici a sacrificarsi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino