Mestre, la piccola criminalità si è spostata in Corso del Popolo da quando i controlli sono più serrati in via Piave

Mestre, la piccola criminalità si è spostata
MESTRE - La piccola criminalità di Mestre si è spostata, da quando i fari delle forze dell'ordine sono puntati su via Piave, in una delle arterie principali...

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MESTRE - La piccola criminalità di Mestre si è spostata, da quando i fari delle forze dell'ordine sono puntati su via Piave, in una delle arterie principali della città, corso del Popolo. Da mesi i residenti e i commercianti denunciano un cambiamento delle dinamiche dello spaccio e del degrado, come segnalato dal consigliere comunale Gianfranco Bettin, all'indomani della rissa in un condominio del Corso avvenuto venerdì notte. Monica Sambo, segretaria Pd di Venezia, chiede di "rafforzare gli organici delle forze dell'ordine, così come il sindaco deve farsi sentire col governo centrale. A Mestre la situazione è fuori controllo, i residenti fuggono: rischiamo di perdere attrattività. Mestre va salvata, basta annunci roboanti". Venerdì notte alcuni pusher hanno preso a calci il portone d'ingresso del condominio, suonando i campanelli e terrorizzando i residenti. Tra questi anche Carlo D'Alpaos del duo comico Carlo&Giorgio che, con i giornalisti, ha scherzato sulla vicenda: «Ci creerò un videogioco per Playstation Mestre».

LE TESTIMONIANZE
«Sono venuti a bussare e suonare il campanello anche da noi, siamo ancora spaventati», dice una signora. In corso del Popolo, in una tranquilla domenica mattina, ci sono solo gruppetti di badanti che fanno picnic nelle aiuole di fronte al parco Tasso: ma i residenti sono preoccupati e c'è chi corre ai ripari scendendo in strada per "dare la caccia" a pusher e acquirenti. Carlo Seno, del gruppo "Mestre occhi sulla città", che conta una quarantina di iscritti, racconta una situazione fuori controllo: «Adesso che il parco Tasso è chiuso per l'installazione delle telecamere, che abbiamo chiesto anche noi, il mercatino del rubato si è spostato in corso del Popolo. Abbiamo avuto garage ripuliti, negozianti rapinati, minacce dai pusher: siamo in mezzo alla bufera e non possiamo neanche difenderci per paura di finire nei guai. La nostra ultima preoccupazione è la situazione che c'è tra via Gozzi e corso del Popolo, dove stazionano personaggi poco raccomandabili e abbiamo notato anche delle ragazze. Sospettiamo ci sia un giro di prostituzione. Chiediamo incontri sistematici col prefetto e ci offriamo per collaborare: a piedi possiamo presidiare le vie più interne, dove le volanti non passano. Se solo lo Stato può difenderci, come ha detto il prefetto, chiediamo che lo faccia».


LA GEOGRAFIA


Via Gozzi, spartiacque tra la zona della stazione e del centro, è in effetti una zona problematica: nel parcheggio dell'Interspar stazionano abitualmente senzatetto che spesso importunano i passanti, per terra si trovano tracce di pessime digestioni, spazzatura e siringhe: gli stessi "reperti" che giornalmente raccoglie dal cortile della chiesa del Sacro Cuore il parroco don Fabio Mattiuzzi. «Anche oggi ho trovato diverse siringhe sul sagrato - spiega - e spesso raccolgo da terra anche gli stessi utilizzatori, che non riescono neanche a stare in piedi. Alcuni sono come cadaveri ambulanti. Non capisco cosa cerchino queste persone nell'eroina: non è neanche sballo, è solo morte. Vorrei aiutarli ma molti non abitano nemmeno qui: arrivano in treno da Treviso, Padova, Verona. Bisognerebbe agire sull'autostima di queste persone, quelli che ancora non si sono "bruciati": ad esempio creando luoghi che possano risvegliare l'attenzione per la bellezza, che li spingano a migliorarsi. Con i miei parrocchiani cerco di creare una comunità radicata e accogliente, anche verso persone di altre culture». Che è anche la missione di Prince Howlader, imprenditore e direttore dell'associazione "Giovani per l'umanità": «Come comunità bengalese abbiamo organizzato le prime manifestazioni per la sicurezza. Siamo onesti lavoratori e questa situazione danneggia anche noi. Apprezziamo il lavoro del nuovo prefetto ma chiediamo risposte dal Comune perché l'integrazione è il primo passo per una buona convivenza. Abbiamo molte proposte che vorremmo discutere con il Comune, quando vorrà ascoltarci».

 

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Il Gazzettino