Niente superbonus, l'amministratore rescinde il contratto: i condomini costretti a pagare 44mila euro di danni alla ditta di ristrutturazione

Mestre. L'amministratore rescinde il contratto, i condomini costretti a pagare 44mila euro di danni alla ditta di ristrutturazione
MESTRE - Dovranno pagare 44 mila euro alla Iren Smart Solutions spa, il general contractor con cui avevano un contratto per la ristrutturazione del condominio per un preventivo di...

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MESTRE - Dovranno pagare 44 mila euro alla Iren Smart Solutions spa, il general contractor con cui avevano un contratto per la ristrutturazione del condominio per un preventivo di circa 4milioni di lavori, rescisso dall'amministratore.

La vicenda

Il condominio Casablanca, all'angolo tra via Roma e via Kolbe, non solo non è riuscito ad accedere all'agevolazione con lo sconto in fattura, ma dovrà anche pagare i danni per una rescissione del contratto assunta dall'amministratore (che si è dimessa nell'ultima assemblea) senza una deliberazione assembleare.
E per questo una trentina di condomini si è rivolta all'avvocato Giuliano Marchi che ha chiesto un risarcimento all'amministratore, a proposito di questi 44 mila euro senza che sia stato fatto nulla dalla Iren e con la certezza di aver perso l'agevolazione sulla ristrutturazione che scadeva a fine 2023 senza possibilità di ulteriori proroghe.
Ma non c'è solo l'amministratore, nell'ingarbugliata vicenda di questo rilevante intervento edilizio di efficientamento mai cominciato.
Nel mirino dei condomini è finito anche l'ing. Fossato, che si è presentato in assemblea con una bozza di contratto che dai quattro milioni della Iren è diventata di 8 milioni. Per un intervento che - per avere accesso all'agevolazione - avrebbe dovuto essere concluso entro il 31 dicembre, pena la decadenza dei requisiti. Scadenza evidentemente impossibile da rispettare, visto che il contratto prevedeva un impegno di almeno 180 giorni, a partire da luglio dell'anno scorso.
A questo punto è stata messa in discussione anche la rappresentatività dell'ingegnere, come portavoce della ditta Tugnolo (secondo general contractor individuato), in mancanza di un incarico formale firmato dall'impresa.


Per ora gli unici che hanno risposto con celerità alle osservazioni avanzate dall'avvocato sono stati i responsabili della ditta Marella di Brescia: ditta che non appariva nel contratto della Tugnolo, ma che evidentemente aveva piantato il cantiere, pronta a iniziare i lavori. Appena ricevuta la lettera sono sparite le recinzioni e le transenne, alcune delle quali vietavano anche l'accesso ai garage. Al centro del piazzale è rimasta soltanto una grande gru, in attesa forse che si chiariscano le diverse posizioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino