Mestre. Non ci fu il reato di blocco stradale: assolti 69 militanti dei centri sociali che nel 2019 misero una barricata a Marghera

Mestre. Non ci fu il reato di blocco stradale: assolti 69 militanti dei centri sociali che nel 2019 misero una barricata a Marghera
MESTRE - Non ci fu il reato di blocco stradale, ma solo l’esercizio di un diritto costituzionale di protesta. È con queste motivazioni che il giudice per...

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MESTRE - Non ci fu il reato di blocco stradale, ma solo l’esercizio di un diritto costituzionale di protesta. È con queste motivazioni che il giudice per l’udienza preliminare, Luca Marini ha disposto il non luogo a procedere nei confronti di 69 persone aderenti ai Centri sociali del Nordest che il 2 marzo 2019 avevano messo una barricata in via dei Petroli a Marghera

Si chiude così una vicenda che all’epoca aveva suscitato molte polemiche, in quanto la barricata bloccava l’accesso alle cisterne che andavano a rifornirsi alla raffineria che produce gasolio partendo da oli esausti.

I manifestanti si erano piazzati con un lunghissimo striscione, e reti metalliche che lo sostenevano, di traverso a via dei Petroli. Il blocco era proseguito per circa due ore, facendo accumulare in coda una trentina di mezzi pesanti, fino a che non era intervenuta la Polizia in assetto antisommossa che, avanzando a piedi a passo d’uomo, protetta da un blindato, aveva costretto i centri sociali ad aprire un varco che, dalle 11 in poi, aveva permesso all’attività industriale e commerciale di tornare alla normalità.

C’erano state prese di posizione durissime da parte di Eni, di Confindustria e anche dei sindacati, in quanto quello era il primo stabilimento al mondo ad essere convertito in bioraffineria.

Quindi, in quel caso lo slogan “Keep it in the ground”, tenetelo sotto terra (riferito al petrolio) era quantomeno fuori luogo, visto che di petrolio greggio lì non ne entra più da tempo. Tuttavia, gli organizzatori della manifestazione avevano difeso il proprio operato dicendo che il riciclo degli oli esausti è sicuramente qualcosa di positivo, anche se secondo loro non era sufficiente a fermare il cambiamento climatico. E che faceva parte di un “avvicinamento” alla Marcia per il clima in programma a Roma tre settimane più tardi.

Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per tutti perché “il fatto non costituisce reato” Secondo il magistrato, si trattava di una manifestazione normale senza vera e propria interruzione stradale ( che comporta pene severissime, fino a 12 anni di reclusione).

La richiesta di assoluzione è arrivata per particolare tenuità del fatto. Il giudice ha disposto il non luogo a procedere, ritenendo che si sia trattato dell’esercizio del diritto costituzionale di protesta.

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Il Gazzettino