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VENEZIA - Una commissione di esperti per capire cosa sia successo. L'Ulss 3 Serenissima ha convocato una commissione ispettiva per analizzare i risultati dell'autopsia (che si è tenuta ieri mattina) sul corpo della bimba di 4 mesi morta improvvisamente martedì scorso. Scopo del pool (di cui faranno parte la direttrice dell'ospedale all'Angelo di Mestre, Chiara Berti, e tre consulenti esterni, esperti in patologie pediatriche, da altre strutture) scoprire cosa possa essere accaduto. La bimba, che aveva appena compiuto quattro mesi, non aveva (almeno apparentemente) problemi di salute. L'indagine servirà a capire se vi fossero delle patologie congenite o se a stroncarla sia stato un qualche virus. Al momento tutte le ipotesi sono aperte. L'esito dell'autopsia interessa, ovviamente, anche la Procura, che in base alle risposte deciderà se e come procedere.
«I GENITORI SONO A PEZZI»
«I genitori sono a pezzi, è una tragedia enorme», è l'unico commento del nonno della bambina. Mamma e papà, originari del centro storico, vivono a Mestre. Sono molto giovani, e quella bimba, nata a fine settembre, era arrivata travolta da mille tenerezze e dolcezze. Nei social, le foto della cena di Natale, dei primi giorni, delle feste insieme a tutta la famiglia riunita.
I genitori avevano portato la piccola in ospedale lunedì a causa di un forte mal d'orecchi.
IL PRECEDENTE
Una morte che arriva a poche settimane da quella di Beatrice Angela Gobbo, la bambina di cinque anni di Padova, spirata nel giro di pochi giorni, in ospedale, per un'infezione scatenata da più virus. Caso rarissimo, è stato detto, su cui sono in corso approfondimenti. Venezia, invece, non si era ancora ripresa dalla tragica morte di un altro bambino, Mattia Coada, 8 anni del Lido, deceduto lo scorso 28 dicembre. Su quel caso, però, la Procura ha aperto un'inchiesta che, al momento, conta sei medici indagati: due pediatri, il medico del pronto soccorso e tre anestesisti dell'Ulss 3, in servizio nel reparto di Rianimazione. Tra gli aspetti che gli inquirenti vogliono chiarire vi è anche la circostanza relativa a cosa sia stato fatto in quelle 12 ore di ricovero per assistere Mattia: il piccolo, infatti, manifestava evidenti segni di disidratazione, tanto che né il pediatra, né l'anestesista sono riusciti a trovare una vena nella quale applicare l'ago di una flebo.
Il Gazzettino