Crisi epilettica improvvisa, bidella di 54 anni cade dalle scale e muore

SCOMPARSA Donatella Dal Canton, 54 anni, i funerali si terranno sabato alle 11 nella chiesa della Madonna della Pace; a sinistra un’immagine della scuola media Di Vittorio di Mestre
MESTRE - Se ne è andata a 54 anni. La crisi epilettica ha colpito lunedì mattina, facendola cadere dalle scale di casa. Donatella non c’è più, ma...

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MESTRE - Se ne è andata a 54 anni. La crisi epilettica ha colpito lunedì mattina, facendola cadere dalle scale di casa. Donatella non c’è più, ma il suo ultimo dono di luce permetterà di aprire gli occhi, perché grazie alle sue cornee qualcuno potrà continuare a vedere. Donatella Dal Canton abitava a Mestre, in via Giovanni Battista Grassi, zona Bissuola, e lavorava come bidella alla scuola media Di Vittorio. Era nata con una malformazione al cuore, un problema che sembrava superato dopo un intervento chirurgico riuscito. Ma all’età di quindici anni, si presenta una forma di epilessia, portando con sé pericolosi attacchi che giungono senza preavviso, e che talvolta la fanno cadere per terra provocandole contusioni e fratture. Eppure Donatella non perde il sorriso, e malgrado il problema non ci sta proprio a piangersi addosso, non ci pensa nemmeno a farsi privare della gioia di vivere e di essere donna. A settembre doveva festeggiare con il suo Roberto venticinque anni di matrimonio, «venticinque anni di amore». E invece, una mattina di giugno, aprendo la finestra che dà sul pianerottolo, ecco l’ennesima crisi coglierla d’improvviso; la caduta questa volta è rovinosa, Donatella rotola giù per le scale. Ad accorgersi di quanto accaduto la mamma Vanda, che abita al piano terra e che, sentito il grande rumore, si precipita in soccorso della figlia, trovandola in fin di vita. 


L’ULTIMO TENTATIVO

Ma è tutto inutile. Donatella non ce l’ha fatta. Lascia la mamma, le sorelle Sonia e Martina, il marito Roberto, «sempre disponibile ad aiutarla e curarla con grande affetto, quello vero. Sapeva trasmettere il buon umore - racconta la zia Rina -, in ambito scolastico era apprezzata da insegnanti e colleghi, che la stimavano molto, e poi era semplicemente adorata dai bambini, ai quali, da appassionata di cucina, non faceva mai mancare i dolci per festeggiare le ricorrenze. Ricordo le sue parole di poco tempo fa: “Zia, quando a scuola vedo i bambini con disabilità, io mi sento fortunata, e felice di come sto vivendo”. Insomma aveva accettato la sua malattia, senza farla pesare in famiglia e sul lavoro». L’ultimo saluto a questa donna coraggiosa, e forte, perché cosciente delle proprie debolezze, è fissato per sabato alle 11, nella chiesa della Madonna della Pace in via Varrone a Mestre. «Donatella - spiega la zia - era consapevole che quanto purtroppo è successo poteva capitare da un momento all’altro, per questo aveva espresso a Roberto il suo desiderio di donazione, per concedere al prossimo l’opportunità di continuare a vedere sulla Terra quello che lei avrebbe visto dal cielo».
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Il Gazzettino