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MESTRE - Alle 7,33 l”Istituto Volta”, inteso come autobus di Actv, ferma in viale Garibaldi per far salire gli studenti infreddoliti in attesa alla fermata e per poi proseguire in direzione Gazzera. In coda segue un 10S messo a disposizione dal vettore privato Brusutti e la stessa scena si ripete in viale san Marco e così anche lungo le altre maggiori direttrici di Mestre.
Con la ripresa della scuola in presenza ieri mattina - 1. febbraio - c’era attesa per una verifica dell’impatto dovuto al ritorno degli alunni sul sistema del trasporto pubblico locale, che continua o dovrebbe continuare a funzionare al 50% della capacità di carico dei mezzi. Il test per vari aspetti non ha dato l’esito sperato: gli studenti segnalano affollamento sui mezzi e anche noi abbiamo notato (ad esempio nello snodo di piazzale Cialdini) qualche bus arrivare alla fermata sovraccarico.
Per raggiungere il Bruno-Franchetti in corso del Popolo, dove frequenta il secondo anno, Chiara è partita alle 7.15 da Zelarino, è salita sul 5E ed è scesa alle 7.35 in piazzale Cialdini, da dove ha preso il 4L. «Per quello che ho visto non è stato rispettato per niente il limite del 50%, il mio autobus era pieno e quelli che sono passati prima del mio erano carichi di gente e non si poteva nemmeno salire. Piuttosto che andare a scuola così avrei preferito restare a casa con la didattica a distanza».
Come Chiara, per raggiungere il centro di Mestre tanti altri studenti delle superiori hanno compiuto il medesimo percorso. «Ho preso il 5 E alle 7.15, sono sceso alle 7.35 e ora con i miei compagni vado al Pacinotti a piedi – spiega Alvise - ma in autobus c’era davvero tanta, troppa gente e non ho visto nessuno stewart ad ogni fermata come ci avevano detto, per cui potevi fare quello che volevi». «Tra due settimane torniamo a casa – assicura Manuel – perché ho visto poca organizzazione dei mezzi pubblici.
«Sono partita alle 7.03 con il 7 S da Mirano e sono scesa alle 7.48 – dice Valentina - e non ho visto gli stewart alle fermate, ma per fortuna in autobus non c’era tanta gente». «Io sono partita da Marcon con il 9 alle 7.03 – ricorda la compagna di classe Tatumata - ed il pullman era pieno di gente. Sono un po’ preoccupata, oggi facciamo sei ore in presenza e finiamo alle 14.10 mentre domani ne facciamo cinque e dopo tre mesi passati a casa questa settimana dovremo fare un sacco di verifiche. Non è certo il modo migliore per iniziare». «Alle 7.45 ho preso il 13S in via Bissuola e sono arrivata al Gritti alle 7.52 – dice Simona - e durante il viaggio non ho visto alcun tipo di controllo alle fermate. Penso che questo rientro sia stato un po’ azzardato perché la situazione è ancora critica e si rischia il contagio, invece ci hanno subito riempiti di verifiche da fare in presenza». Ieri mattina, a fare volantinaggio davanti al Gritti per annunciare la prossima mobilitazione sui trasporti pubblici , in programma il 5 febbraio, c’erano anche alcuni ragazzi che partecipano al “Coordinamento Studenti Medi “di Venezia e Mestre. «Sono partita alle 6 da Marcon dove ho preso il 9 che era pieno di gente, evidentemente gli autobus messi a disposizione non sono abbastanza – commenta Laura al quarto anno del Gritti – per questo noi crediamo che una scuola sicura non sia questa».
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Il Gazzettino