Il brutale assassinio dell'ex sarto, L'omicida ha lasciato una traccia

Alberico Cannizzaro trovato con la gola squarciata
MESTRE - Un’impronta di una suola. Forse di una scarpa, forse di una ciabatta di un adulto. Che non corrisponde alle calzature indossate dalla vittima e nemmeno a quelle delle...

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MESTRE - Un’impronta di una suola. Forse di una scarpa, forse di una ciabatta di un adulto. Che non corrisponde alle calzature indossate dalla vittima e nemmeno a quelle delle persone che per prime hanno calcato la scena del crimine.


Un’impronta di sangue lasciata sul pavimento della cucina, vicino al cadavere di Alberico Cannizzaro, ritrovato con un profondo squarcio al collo. È quella dell’assassino?



Continua incessante il lavoro degli investigatori della Mobile che da giovedì pomeriggio sono impegnati nella caccia al killer dell’ex sarto 79enne, padre di due sacerdoti, ucciso nella sua abitazione al civico 1 di piazzale Radaelli a Marghera.



In tutte le indagini per omicidio, come da letteratura, sono determinanti le attività che si svolgono nell’immediatezza del fatto. E lo sanno bene gli uomini della dirigente Angela Lauretta, che non hanno tralasciato alcun particolare, nemmeno quello che all’apparenza potrebbe sembrare superficiale e per nulla importante. Decine e decine di reperti, centinaia di foto, accurati rilievi scientifici, una ventina di persone sentite, che nei prossimi giorni verranno convocate in questura per essere prese a verbale. Familiari, conoscenti stretti e vicini.



E se ormai non vi sono dubbi sul fatto che Cannizzaro abbia aperto la porta all’omicida, o che per lo meno lo conoscesse, tanto da non sentirsi minacciato dalla sua presenza, resta da chiarire la dinamica del delitto, i tempi, le modalità. Tutti aspetti che potranno trovare risposta dall’esito degli accertamenti tecnici e soprattutto dall’autopsia.



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Il Gazzettino