Mestre. Assalto al tram: 15 ragazzi senza mascherine urlano fra la gente, poi calci al mezzo e semaforo girato

Assalto al tram: 15 ragazzi senza mascherine urlano fra la gente, poi calci al mezzo e semaforo girato
MESTRE Gli addetti ai lavori non le chiamano baby gang, ma aggregazioni giovanili deviate. Il motivo è presto spiegato: primo, la definizione baby comincia ad andare...

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MESTRE Gli addetti ai lavori non le chiamano baby gang, ma aggregazioni giovanili deviate. Il motivo è presto spiegato: primo, la definizione baby comincia ad andare stretta per ragazzi tra i 16 e i 20 anni. In secondo luogo perché questi gruppi non hanno la struttura delle bande: i protagonisti non sono organizzati, non ci sono dei vertici che dettano la linea. Ciondolano da una parte all'altra del centro di Mestre, comportandosi da bulli o da teppisti assolutamente a caso, a seconda dei momenti e delle situazioni.

Assalto al tram

L'ultimo episodio risale a ieri pomeriggio quando il gruppo, una quindicina, si è scagliato contro il tram. Intorno alle 18.30 i ragazzini, tutti senza mascherine, si sono messi a urlare in mezzo alla gente e non appena è arrivato il mezzo di Actv, l'hanno preso a calci sulla parte anteriore. Uno di loro si è accanito anche contro il semaforo, girandolo. Il tutto in pochi secondi, senza che nessuno intervenisse. La composizione di questi gruppi è ben nota alla polizia locale e alla questura, che ne seguono l'evoluzione e gli spostamenti. 


Niente scuola

Prima della diffusione della pandemia erano più di trenta a fare la spola in centro (a su un totale di un centinaio contando anche i turnisti, presenze saltuarie che si aggiungono al gruppo di tanto in tanto). «Adesso sono una ventina - spiega il comandante generale della polizia locale, Marco Agostini - non possono uscire di sera, ma non vanno a scuola». In mezzo c'è un po' di tutto: dagli ex componenti della baby gang di Altobello alla compagnia di Macallè, dagli stranieri di seconda generazione a chi vive in situazione di emarginazione fino ai ragazzi di buona famiglia.


Le bande di Mestre

«Il giro è sempre lo stesso - continua - quando andiamo a vedere chi sono troviamo la fidanzata dell'ex della baby gang, quello che vive in un b&b con altre sei persone, quello che è seguito dai servizi sociali. Non sono una banda che ha una precisa connotazione criminale, si comportano da vandali. A capodanno hanno fatto esplodere un cassonetto dell'immondizia, in via Fiume, con una bomba carta. Poi nei giorni scorsi li abbiamo scoperti mentre buttavano bottiglie di birra dalla finestra. Li teniamo d'occhio costantemente, ovviamente, perché questi comportamenti rischiano di essere pericolosi». Ma i piccoli episodi sono tanti: come la scazzottata di qualche giorno fa davanti al centro Le Barche o altri due che hanno deciso di prendersi a pugni in tram, a piazzale cialdini.

I luoghi di ritrovo

Il gruppetto fa tappa fissa alla colonna della Sortita, ma nel tempo (la polizia locale, insieme alla polizia di Stato, li segue da tre anni ormai) hanno messo radici in più di una zona. 
«Sono partiti da piazzale Madonna Pellegrina - aggiunge Gianni Franzoi, comandante del nucleo operativo Sicurezza urbana della polizia locale - poi colonna della Sortita, Parco Ponci, piazzale Cialdini, M9. Fino ai centri commerciali come la Nave de vero. Quando l'emergenza sanitaria finirà, torneranno a regime. È fondamentale, quindi, controllare che il fenomeno non dilaghi e non prenda una piega incontrollabile».


 

 

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Il Gazzettino