Sinti ospiti nelle case all'Ater, scoppia il caso: «Via dalle case pubbliche chi apre la porta ai delinquenti»

Sinti ospiti nelle case all'Ater, scoppia il caso
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MESTRE - «Colgo l'occasione per ringraziare le forze dell'ordine che svolgono il loro lavoro anche in momenti di difficoltà e carenza dei organici, ritengo che ristabilire la legalità sia la cosa più importante» afferma il presidente dell'Ater veneziana, Fabio Nordio, a proposito dell'operazione effettuata una decina di giorni fa nel Quartiere Triestina 68 a Favaro, il complesso popolare più grande nella terraferma mestrina con oltre 200 alloggi: otto sinti di origine napoletana arrestati perché considerati basisti di una banda coinvolta in una serie di furti nel Nordest; gli otto erano ospiti di regolari assegnatari di alloggi. «Non ne sapevo nulla, ora ci attiveremo per fare gli accertamenti dovuti. Non è detto che queste persone fossero ospiti permanenti negli appartamenti, magari erano di passaggio, comunque bisognerà verificare, come facciamo ogni volta che ci vengono segnalate anomalie».


LA LEGGE
Dopo aver scritto al collega responsabile della Coesione sociale, Simone Venturini, domani l'assessore comunale alla Mobilità, Renato Boraso che ha sollevato il caso vivendo da sempre nel quartiere di Favaro, scriverà al sindaco Luigi Brugnaro e al governatore del Veneto Luca Zaia: «Non è colpa del presidente Ater, e chi ha fatto l'operazione avrebbe forse dovuto informarlo ma avranno avuto i loro motivi per mantenere il riserbo. Ad ogni modo magistrati e forze dell'ordine sicuramente stanno facendo il loro lavoro, al quale va affiancato l'impegno da parte delle amministrazioni per evitare che casi gravi del genere si ripetano. Per questo scriverò a Zaia chiedendogli di modificare la legge sull'Erp, l'edilizia residenziale pubblica, per introdurre il principio che per chiunque ospiti persone che compiono reati vari debba scattare la procedura di revoca dell'affidamento dell'alloggio di cui è affidatario nel territorio del Veneto, alloggio che è frutto di investimenti pubblici di tutti i cittadini. Con queste persone si interrompe il patto di fiducia ed è giusto porvi rimedio, se ne devono andare nel rispetto di tutte le famiglie oneste che aspettano un alloggio pubblico».
Domani Boraso chiederà anche un incontro al presidente dell'Ater che gestisce circa 8mila alloggi pubblici nel territorio provinciale: «Questa volta è capitato a Favaro ma potrebbe succedere in ogni altro luogo dove ci sono edifici popolari». In attesa dell'eventuale modifica della legge regionale sull'Erp cosa si può fare? «Mi risulta che gli inquilini siano regolari, e se uno ospita altre persone l'Ater non lo viene a sapere, casomai questo avviene solo dopo fatti che in qualche modo modificano la situazione originaria - spiega il presidente dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale di Venezia - Ad ogni modo, ripeto, faremo tutte le verifiche come abbiamo sempre fatto. Tempo fa, ad esempio, alcuni inquilini lasciavano in sosta auto che si pensava fossero rubate, e come Ater abbiamo fatto le segnalazioni del caso a chi di dovere».


LE INFORMAZIONI


Il rapporto tra l'azienda pubblica e gli inquilini, poi, è molto stretto e quindi, se c'è qualcosa che non va, anche le comunicazioni sono di solito immediate. «Lo scorso luglio ho partecipato alla cena di condominio proprio in quel complesso di Favaro, i contatti dunque sono frequenti, sono iscritto anche alla chat di quartiere - continua il presidente Nordio - E anche la scorsa settimana siamo intervenuti, chiamando pure i pompieri, perché col maltempo si è staccato un pezzo di cappotto da uno dei quattro palazzi. Ora investiremo più di 3 milioni di euro per la riqualificazione energetica di circa 84 di quei 200 alloggi, realizzando il nuovo cappotto, serramenti e cambio caldaie, mentre una parte degli appartamenti erano già stati sistemati in precedenza. Tutto avviene con scambi di informazioni continue tra l'Ater, gli inquilini e il loro amministratore».

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Il Gazzettino