«Campello Motors, tre anni di carcere per Andrea», le richieste della Procura per la presunta frode fiscale milionaria

«Campello, tre anni di carcere». La Procura chiede la condanna di Andrea per una presunta frode fiscale milionaria
VENEZIA - Andrea Campello è responsabile di una maxi frode carosello, realizzata con l’obiettivo di evadere il Fisco tra il 2011 e il 2013 e va condannato a tre...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VENEZIA - Andrea Campello è responsabile di una maxi frode carosello, realizzata con l’obiettivo di evadere il Fisco tra il 2011 e il 2013 e va condannato a tre anni di reclusione, oltre alla confisca di due milioni e 900 mila euro. La sostituto procuratore di Venezia, Laura Cameli, ieri ha concluso così la requisitoria al processo che vede sul banco degli imputati il noto imprenditore mestrino, chiamato in causa in qualità di amministratore della Campello Motors spa, una delle più importanti e conosciute concessionarie di auto della provincia, con punto vendita anche a Padova. 


Sotto accusa anche la portoghese Sonia Maria Nobrega Santos, 45 anni, residente a Mestre, e Alessandro Barcellini, 48 anni, originario di Biella e residente in Sardegna, rispettivamente legale rappresentante e asserito amministratore di fatto della Lucronomico Coércio de Automóveis LDA, società che procurava vetture a Campello sul mercato estero. Per Barcellini è stata chiesta una condanna ad un anno e 10 mesi di reclusione, per Nobrega Santos di 1 anno e 4 mesi.

LA DIFESA

Dopo la pm ha preso la parola il difensore di Campello, l’avvocato Michele Tiengo, il quale si è battuto per l’assoluzione dell’imprenditore, sostenendo che dal processo non è emersa alcuna sua responsabilità per episodi che, a suo dire, erano gestiti dai due coimputati. Per quanto riguarda Barcellini, lavorava all’interno della concessionaria di Mestre, ma il difensore ha sostenuto che operava in totale autonomia e non era un dipendente di Campello. Al titolare della concessionaria viene contestato di aver utilizzato a bilancio, per aumentare gli elementi passivi, fatture emesse da una serie di società a fronte di operazioni inesistenti, per un totale di Iva evasa superiore ai 3 milioni di euro.
La difesa degli altri due imputati prenderà la parola lunedì 3 aprile, giorno in cui potrebbe essere pronunciata la sentenza, prima che una parte dei reati finisca in prescrizione per il troppo tempo trascorso.

LA SOCIETÀ PORTOGHESE

Barcellini e Nobrega Santos nel corso del processo hanno cercato di dimostrare la correttezza del comportamento da loro tenuto, per conto di una società che, stando a quanto sostenuto, ha sempre operato in maniera corretta sul fronte fiscale. I loro legali, gli avvocati, Cristian Perretta e Massimiliano Palena, insisteranno sulla tesi sostenuta fin dal primo momento: ovvero che la presunta truffa “carosello” riguarda unicamente il mancato pagamento dell’Iva in Italia da parte soggetti italiani diversi da Lucronomico.
L’indagine penale fu avviata a seguito di una verifica fiscale avviata nel 2013 dall’Agenzia delle entrate la quale contestò a Campello Motors di aver indebitamente utilizzato la Lucronomico per ottenere “sconti” fiscali non dovuti, attraverso l’acquisto di auto all’estero, in regime di esenzione, poi girate a Campello, e rivendute senza il pagamento dell’Iva.


Né la Procura, né le Entrate risultano aver chiesto il sequestro delle ingenti somme di denaro considerate frutto di evasione fiscale: di conseguenza, in caso di condanna, non sarà facile per il Fisco riuscire a recuperare qualcosa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino