BOLZANO - Reinhold Messner tuona contro i «soccorsi di serie A e di serie B» in Nepal dopo il sisma devastante. «La vera emergenza - dice il Re degli ottomila - non è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Messner rivolge a questo punto un appello ai cittadini europei di fare la loro parte e di aiutare i nepalesi. L'ex scalatore è visibilmente scosso dalle notizie che arrivano dal Nepal che ha visitato innumerevoli volte nel corso della sua lunga carriera alpinistica. Sottolinea che non vuole sminuire il dolore per i morti sull'Everest. «Gli alpinisti morti e dispersi sono una tragedia, ma il grande problema ora è altrove. Gli alpinisti dovrebbero essere in grado di organizzare il campo base in modo che non venga distrutto dagli effetti di un terremoto».
Secondo l'alpinista sudtirolese, il vero dramma si sta svolgendo in queste ore lontano dagli occhi dei media internazionali. Messner è, infatti, convinto che nella Kathmandu Valley e nelle strette vallate laterali le frane causate dal sisma abbiano causato «migliaia di morti che probabilmente non sono stati neanche trovati. I morti sull'Everest sono dozzine, ma i morti a Kathmandu e nelle vallate vicine sono migliaia e la gente non ha a disposizione i mezzi necessari. Mancano medici, mancano gli elicotteri, manca di tutto».
«Sull'Everest - aggiunge - volano gli elicotteri e gli alpinisti volendo si possono stringere nelle poche tende rimaste».
Il Gazzettino