Fedeli in chiesa per la messa di Ognissanti, ma il prete arriva dopo un'ora

È accaduto a San Foca, frazione di San Quirino. Quando il frate è arrivato, la maggior parte dei banchi erano ormai vuoti

Fedeli in chiesa ma il prete non c'è: si era dimenticato che era di turno. Arriva un'ora dopo
SAN QUIRINO - Le campane hanno già rintoccato le dieci. In chiesa si è raccolta una folta schiera di fedeli, almeno un centinaio, tutti in attesa dell’inizio...

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SAN QUIRINO - Le campane hanno già rintoccato le dieci. In chiesa si è raccolta una folta schiera di fedeli, almeno un centinaio, tutti in attesa dell’inizio della funzione di Ognissanti. Ma del celebrante nemmeno l’ombra. Non siamo in un paesino sperduto del “ramo del Lago di Como”, ma a San Foca, frazione di San Quirino. La segnalazione arriva da un residente, che ieri recatosi in chiesa per assistere alla messa delle dieci, ha dovuto aspettare cinquanta minuti prima dell’inizio del rito. L’attesa è stata estenuante, tant’è vero che molti hanno rinunciato abbandonando i banchi. Così quando il parroco è arrivato, si è trovato davanti solo una quindicina di irriducibili.


IL FATTO
Come ingannare l’attesa? Naturalmente pregando, anche nella speranza che qualcuno arrivi. Passano i minuti, passa anche il quarto d’ora accademico ma nessun uomo in paramenti sacri si presenta all’altare. Per ingannare il tempo, dopo le prime preghiere, qualcuno pensa di organizzare la recita del rosario. Trascorsa un’altra mezz’ora, la situazione non cambia e nonostante siano stati passati in rassegna tutti i santi, la chiesa della frazione resta ancora senza il suo officiante. A quel punto a intervenire è il sacrestano che si dà da fare su due fronti: cerca di trattenere i fedeli e contemporaneamente di mettersi in contatto con chi avrebbe dovuto celebrare il rito. Intanto in chiesa la pazienza dei più comincia a vacillare fino a raggiungere il limite. Uno dei presenti inizia a borbottare e disturbare i vicini di banco, che infastiditi dai modi lo invitano a lasciare il luogo di culto. Dopo vari tentativi il sacrestano vede “esaudita” la sua preghiera, sotto forma di risposta alla telefonata da parte di don Gianfranco Furlan, prete di parrocchia, che, tra una messa e l’altra si prodiga per risolvere il disguido. Scoccata quasi l’ora di ritardo, ecco che compare l’officiante. Ma la chiesa ormai si è svuotata. Dei numerosi presenti al rintocco delle campane delle dieci non ne è rimasto che un piccolo gruppo di irriducibili, la cui fede è stata premiata.


DOVE NASCE L’INGHIPPO


Risolto il problema dell’officiante, è partita l’indagine sulle cause del grave ritardo. Secondo i cosiddetti bene informati della diocesi, pare che a monte di tutto ci sia stata confusione nei turni. Un problema di comunicazione, insomma. A chiarire il tutto ci pensa don Furlan. «Le chiese che fanno capo alla parrocchia sono tante e, nell’impossibilità che a presidiarle sia un’unica persona, io per esempio ne seguo tre, alcune funzioni sono affidate ai frati di Casa Betania. Anche loro si organizzano con turni settimanali e stavolta colui che avrebbe dovuto essere qui si è dimenticato. Una parte dei fedeli è arrivata poi da me a San Quirino, gli altri hanno atteso l’arrivo del parroco e la messa è stata celebrata alle undici». Meglio tardi che mai. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino