Il papà di Meriem: «Le hanno fatto il lavaggio del cervello e forse è già morta»

Meriem Rehaily
PADOVA - «Mia figlia potrebbe essere già morta. Devo pensare agli altri miei bambini che vivono qui, vanno a scuola qui, parlano italiano. Non voglio che siano...

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PADOVA - «Mia figlia potrebbe essere già morta. Devo pensare agli altri miei bambini che vivono qui, vanno a scuola qui, parlano italiano. Non voglio che siano danneggiati da questa brutta storia». Redouane Rehaily, il padre marocchino 4lenne di Meriem, la ragazza che a 19 anni, nel 2015, è fuggita da casa per raggiungere la Siria e arruolarsi tra le fila dello Stato islamico, ora vuole pensare al futuro della sua famiglia. Felpa azzurra da lavoro, stanco dopo il turno come operaio, il papà della giovane, che ha scelto di diventare un soldato dell'esercito informatico del Califfato di Abu Bakr al Baghdadi, arriva in auto davanti alla sua abitazione a pomeriggio inoltrato. Scende e saluta il cane che fa da guardia mentre lui è via. Tra le villette di Arzergrande, nel Padovano, nascosta in una via secondaria in mezzo alla campagna, c'è la piccola casa della famiglia Rehaily, dove i genitori, entrambi marocchini, vivono con gli altri loro figli, molto piccoli. 


Ha più sentito Meriem? È riuscito a contattarla?
«Lei se n'è andata e, per come stanno le cose, potrebbe anche essere già morta. È sotto le bombe».

Ma lei sa dov'è esattamente?
«Io so che è in Siria. So che è andata via con l'Isis e so che non è una bella cosa e me ne vergogno. E per questo sono preoccupato per gli altri miei figli che vanno a scuola in paese e hanno i loro amici. Non voglio che questa storia li danneggi». «Meriem è anche lei una vittima. È stata plagiata. Le hanno fatto il lavaggio del cervello. Lei non farebbe male a nessuno, nemmeno adesso. Ne sono certo»...

 
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Il Gazzettino