Mercato, il bando sospeso diventa un problema. Cosa prevede la nuova legge regionale

Mercato, il bando sospeso diventa un problema. Cosa prevede la nuova legge regionale
PORDENONE - Un problema. È quello che ora si trova davanti la neo assessora al Commercio di Pordenone, Elena Ceolin. Il problema sono le buste chiuse in cassaforte, quelle...

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PORDENONE - Un problema. È quello che ora si trova davanti la neo assessora al Commercio di Pordenone, Elena Ceolin. Il problema sono le buste chiuse in cassaforte, quelle relative al bando per l’assegnazione dei posti al mercato. Una gara fatta con i parametri della direttiva Bolkestein, contesta dagli ambulanti che operano sulla piazza cittadina il mercoledì e il sabato, congelata dall’allora assessore Emanuele Loperfido in attesa di chiarimenti dalla Regione. Questi i passaggi sino ad ora.


LE BUSTE
Il Comune di Pordenone, prima di aprire le buste, aspettava un orientamento da parte della regione in modo da capire cosa fare con quelle buste in cassaforte. La risposta è arrivata ieri, ma per il Comune non è certo favorevole. Perché? Perché la nuova legge sul Commercio che andrà in consiglio regionale al voto a fine gennaio, primi di febbraio, non è retroattiva. Cosa significa? Significa che i Comuni per l’assegnazione dei posti e delle licenze del mercato devono seguire il filone principale della direttiva Europea mandando a bando le concessioni (come ha fatto Pordenone) ma la Regione ha introdotto anche altri parametri come l’anzianità di banco, che non c’erano nella gara del Comune.


COSA FARE
Il fatto che la legge non sia retroattiva, come ha spiegato l’assessore Bini a una specifica domanda del consigliere pordenonese, Sergio Bolzonello che tra l’altro ha fatto inserire tra i parametri regionali proprio quello molto sentito dell’anzianità di banco, non consente all’amministrazione comunale di cassare il bando e di farne uno nuovo perché c’è un’altra legge. Sotto questo aspetto, dunque, le porte sono chiuse.

 
IL PASSAGGIO
Il rischio concreto è quello di esporsi a una serie di ricorsi infinita, ma sembra che una possibilità di rimettere in carreggiata la situazione potrebbe esserci. In pratica, a fronte di un cambiamento della norma, il Comune potrebbe sempre riaprire i termini della gara inserendo anche i punteggi fissati dai nuovi parametri della Regione. Una via d’uscita ma che - come detto - aprirebbe la strada ai ricorsi. A questo punto resta da capire quale sarà l’orientamento dell’amminsitrazione.


LE REAZIONI
«La legge sul commercio presentata dalla Giunta è una norma di manutenzione condivisibile, ma diversa rispetto alla legge organica annunciata e promessa a inizio legislatura. Il commercio viene dunque delegato alla prossima legislatura, mentre per questa che volge al termine si può mettere nella casella delle cose non fatte o fatte in modo molto parziale». Lo afferma il consigliere regionale Sergio Bolzonello (Pd) a margine dell’approvazione odierna in seconda commissione, del disegno di legge sul Commercio. «Tra le criticità inizialmente riscontrate c’è il commercio su aree pubbliche, rispetto al quale rimaneva un nodo riguardante una precisa scelta di natura politica. Ieri - va avanti - l’assessore Bini e i suoi uffici hanno chiarito che rispetto ai mercati con procedure aperte, la nuova norma non prevede retroattività e questo, nel caso di Pordenone pone il Comune di fronte a un bivio, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’amministrazione comunale che rimandavano proprio a questa legge per risolvere le questioni del bando aperto».


LE DOMENICHE


Il consigliere Dem, Sergio Bolzonello, infine, ha posto il tema delle aperture domenicali. «Questo sistema, come abbiamo avuto modo di riscontrare, non ha portato a molto di più. Credo si debba osare nuovamente, come facemmo noi nella precedente legislatura quando, gettando il cuore oltre l’ostacolo, ponemmo il tema pur consapevoli degli impedimenti che avremmo incontrato. Si affronti nuovamente dunque la questione e la si ponga a livello nazionale, trovando magari dei compromessi accettabili, ma non la si abbandoni». L’obiettivo sarebbe quello di limitare le aperture domenicali sull’intero territorio regionale. Il primo tentativo era andato malissimo, con il Tar che aveva fatto riaprire tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino